Se c'è la droga, c’è chi la vende. Se qualcuno la vende, ci sono tanti, tantissimi, che la comprano e la consumano. Elementare. Peccato che di questi tre anelli della tragica catena chimica che da sempre, e sempre di più avvelena il mondo, l’ultimo sia spesso, troppo spesso dimenticato. Rimosso. Un buco nero su cui ieri il direttore del Qn, Michele Brambilla, ha acceso una luce che non va assolutamente spenta. Perché va bene lottare senza quartiere contro i trafficanti. Ma guai a dimenticare i disgraziati che dose dopo dose consumano la propria esistenza e quella delle loro famiglie. Chi sono, come vivono, perché lo fanno? E quando diciamo dimenticare, fotografiamo una situazione reale. Quante campagne pubbliche vedete sui rischi mortali della droga!?
Ci sono immagini e frasi terribili sui pacchetti di sigarette; ci mettono in guardia dal gioco d’azzardo, mentre lo pubblicizzano; sull’alcolismo scorrono fiumi di allarmi, più di quelli di birra nelle sere dei weekend. Ma degli spot, dei manifesti, dei messaggi social in cui si spiega come ci si riduce per l’uso di stupefacenti neanche l’ombra. Anzi. Continuiamo a baloccarci sulle ingiallite differenze tra leggere e pesanti, quando i laboratori dei narcos sfornano ogni giorno centinaia di prodotti "innovativi" e devastanti. Quando il "leggero" se consumato in modo costante e pesante, diventa pesantissimo.
In Gomorra vediamo battaglioni di boss e spacciatori, immense ricchezze criminali, ma neanche un soldato del tragico esercito dei tossici. Eppure quei soldi vengono da loro, dal loro vizio. Curioso: se uno fuma dieci sigarette è un fumatore, se tira dieci canne non è un drogato. Il problema, insomma, non è di criminalizzare, le leggi ci sono e basterebbe applicarle, ma di educare. Le forze dell’ordine lo fanno dando lezioni nelle scuole. Ma in altre scuole i cani antidroga non li fanno entrare per non violare una presunta sacralità del luogo. Allora, forza: Stato, Comuni, Regioni, stanateli, accendete le luci nei luoghi bui dello spaccio. Ma anche sul buio di tante vite che si possono e si debbono salvare.