Giovedì 21 Novembre 2024
GABRIELE CANE'
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Rischio bullismo. Il segnale sbagliato

Partiamo da un’osservazione generale: se per un atto, un gesto, è prevista una sanzione, cosa significa? Molto semplice: che quel comportamento è illegale, illegittimo. Insomma, non si deve fare. Dunque, prima osservazione: aver eliminato nelle elementari ogni forma di punizione, significa aver indirettamente ‘legalizzato’ ogni condotta sbagliata; anche la meno adatta alla convivenza in una comunità scolastica.

Il fatto che questi provvedimenti disciplinari fossero di fatto inapplicati, non vuol dire niente. Comunque esistevano, erano una forma di dissuasione. Anzi, vale il ragionamento contrario: forse in certi casi sarebbe stato bene applicarli. Perché è vero che sono bambini e mica li si deve prendere a bacchettate come una volta. Nessuna nostalgia del maestro-kapò. Figuriamoci. Ma da qui a zero, beh, forse almeno una nota sul registro potrebbe resistere alla furia buonistico-riformatrice.

Ricordandoci che i piccoli crescono, e se sono autorizzati a pensare che tutto è lecito, si gettano le basi per ingrossare le schiere dei bulli, già folte e arroganti. Dice: era roba di un regio decreto del 1928. E allora? Il fatto che da secoli sappiamo che la terra è sferica, va taciuto per non turbare i terrapiattisti del terzo millennio? Sciocchezze. Come è una sciocchezza non solo formale ma di sostanza sostituire il termine ‘punizione’ con ‘intervento educativo’. Come se una giusta sanzione non fosse educativa. A questo punto, il teppista come lo chiamiamo? ‘Diversamente educato’, metti mai che l’altra definizione lo possa turbare. 

Infine le famiglie: saranno chiamate a partecipare più attivamente a questi percorsi. Bene. Sempre che non siano a loro volta portatrici di indisciplina, come spesso accade. A scuola, come negli eventi sportivi, dove la creatura ha sempre ragione, e maestro o allenatore sempre torto. Con un’ulteriore riserva su questa riforma che dovrebbe coniugarsi con il ritorno dell’educazione civica: che alla fine nessuno sia più in grado di educare. Un mestiere difficile, in cui si deve valutare quando dare un premio, eccome. Ma anche quando imporre una punizione.