E poi ci sarebbe il fantasma del palcoscenico.
Lui.
Max Verstappen.
Persino il New York Times si è occupato del curioso caso dell’olandese.
Perché curioso?
Mi spiego.
Tutti sanno cosa è accaduto in Red Bull durante il 2024.
Il caso Horner.
Il plateale conflitto tra il team principal, il padre del campione, Helmut Marko.
L’addio di Adrian Newey. E tutte le volte che il Genio ha lasciato una scuderia, prego controllare come poi sono andate le cose.
La fuga di ingegneri e dirigenti.
Il tracollo delle prestazioni Bibitare nella seconda fase della stagione (eloquente la classifica finale dei costruttori).
Il licenziamento di Perez e l’ingaggio di Lawson.
E poi.
Dichiarato e’ stato il negoziato fra Mercedes e Verstappen, non finalizzato ma comunque molto concreto. E le trattative restano aperte.
Ancora.
Oltre Manica non pochi giurano che Stroll senior abbia garantito a Newey che nel 2026 Max sarà nell’abitacolo della Aston Martin spinta dal nuovo motore Honda.
Infine, il diretto interessato, intendo il quattro volte iridato, continua a ribadire che lui non farà come Hamilton o Alonso, cioè si immagina fuori dalla F1 in tempi relativamente brevi.
Molto bene.
In mezzo tra tutte queste cose, ci sta il 2025.
È un eufemismo affermare che Red Bull ci arriva con un gigantesco punto interrogativo appiccicato sul retrotreno.
Come sa chi ha la bontà di seguirmi nei miei deliri, io considero Verstappen uno dei più grandi piloti di tutti i tempi.
Un conto sono gli eccessi, le smargiassate, le soperchierie, gli abusi di potere e le coglionate caratteriali.
Altra cosa è il talento al volante, semplicemente pazzesco.
Basterà a Super Max il talento per laurearsi campione per la quinta volta?
In questo senso, è lui il Fantasma del Palcoscenico.
Ps. Di solito i fantasmi fanno paura, eh.
© Riproduzione riservata