Beh, quelli della Mercedes non sono samurai invincibili. Solo che a rendere testimonianza di questa consolante realtà, ovviamente e purtroppo, non è stata la Ferrari. Nonostante la grandezza di Leclerc, autore di un’altra prestazione superba, in rapporto al mezzo che è costretto a guidare.
Onore al merito di Max Verstappen, ci mancherebbe. Battere Lewis Hamilton nella sua tana è un’impresa. La Freccia Nera ha pagato dazio, un’altra volta, alla usura delle gomme. Tanto che, sia pure in via del tutto teorica!, l’olandese può mangiarsi le mani, ripensando agli eventi di otto giorni fa. Senza quella inutile sosta nel finale, il Tulipano in Inghilterra avrebbe firmato una clamorosa doppietta e adesso il mondiale sembrerebbe persino aperto ad una soluzione a sorpresa. Roba da Scherzi a parte, s’intende.
Lo dico con una punta di dispiacere: poiché Leclerc non è inferiore a Verstappen, considerando comunque Mercedes su un pianeta lontano, la Rossa dovrebbe cercare di imitare, se non altro, la Red Bull. I Bibitari non conquistano un mondiale dal 2013, per carità. Ma ci provano, non rimandano la riscossa a scadenze remote, non evocano il salvifico 2022 e la power unit della Honda vale ben più del motore di Maranello. Sapete (vedi penoso caso Racing Point!) che in Formula Uno si copia. Ma qui si tratta di studiare l’esempio di chi è più bravo. Almeno ad inseguire.
Dedico l’ultima riflessione, molto malinconica, a Seb Vettel. È noto che non condivido l’accanimento terapeutico di taluni nei suoi confronti. L’equilibrio nei giudizi rimane una virtù, anche i tempi di demenza social.
Poi, ci sono i numeri. Dopo cinque gare, il tedesco ha meno di un quarto dei punti del compagno di scuderia. La macchina è quello che è, per entrambi. Ma il confronto si va facendo imbarazzante e nella tristezza del separato in casa Seb non nasconde più la sfiducia nei confronti di chi gestisce la squadra, vedi riferimento alla strategia.
In ballo non c’è niente, in ragione dei limiti disastrosi della SF1000. Ma Vettel meriterebbe un congedo diverso e alla Ferrari servirebbe un pilota, accanto a Carletto, con una motivazione diversa.
Spero sia ancora possibile, al di là delle dinamiche contrattuali.
Ma non lo so.
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