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Vasseur e il cubo di RubikLeo Turrini - 22 settembre 2024

Fred Vasseur dovrebbe regalare a tutti i suoi collaboratori il cubo di Rubik.
Non sto scherzando.
La F1 è davvero come il cubo di Rubik. Ce l’avete presente? Devi azzeccare tutti gli incastri per ottenere il risultato perfetto. A Maranello lo sanno benissimo, non foss’altro per storia, tradizione e cultura.
Solo che.
Solo che a volte se ne dimenticano! Grande infatti è il rimpianto per quanto accaduto nella notte di Singapore. In gara, Leclerc andava fortissimo. Ha chiuso quinto, attaccato agli scarichi della Mercedes di Russell, pur essendo scattato dalla nona casella. Fosse partito tra prima e seconda fila, secondo me Carletto se la sarebbe giocata con Norris. Non dico che l’avrebbe battuto, perché in questo momento la McLaren è un razzo. Ma la sfida sarebbe stata equilibrata.
E così torniamo al cubo di Rubik. All’esigenza irrinunciabile di fare tutto bene. A Singapore, in questo è mancata la Scuderia. Tutta. Al sabato si sono sommate le incertezze ed è onesto riconoscere che anche i piloti, in primis Sainz ma pure Carletto, non sono stati all’altezza della situazione. Dopo, ci hanno messo tutti una pezza: ma era troppo tardi per candidarsi al trionfo.
Insieme alla credibilità di un progetto tecnico che va portato avanti sotto forma di ulteriori sviluppi, è qui che si misurerà l’abilità di Fred Vasseur. Nel ridurre al …minimo sindacale gli errori: perché, al netto dei meriti altrui, nella stagione 2024 la Ferrari ha raccolto meno di quanto seminato. E non va bene.
So già naturalmente che i soliti sciocchi mi accuseranno di avercela con il curato di campagna francese. Mi dispiace per loro.
Del resto, l’esempio da seguire ce lo abbiamo sotto gli occhi. Si chiama McLaren. Il team Papaya certo non è stato immune da svarioni e anzi senza talune mosse in odor di autogol Norris adesso sarebbe meno lontano da Verstappen. Però la lezione di Andrea Stella, il capo italiano della squadra britannica, non può essere ignorata. La posso riassumere in una frase cara a James Bond: never say never again. Tradotto: mai dire mai. A nessuno a primavera sarebbe venuto in mente che la Dittatura Bibitara era attaccabile: a Stella evidentemente sì.
La fantasia degli italiani, già.