T tray what?
La bagarre Verstappen Norris?
Francamente me ne infischio.
Ferrari, Ferrari! Una doppietta nell’America che il Drake amava tanto pur non avendoci mai messo piede. Una impresa che fa venire in mente un vecchio titolo di giornale: tremate, tremate, le Rosse son tornate…(e infatti lo farò, finalmente!)
Ma, aldilà delle inevitabili suggestioni, la cosa più importante, da segnalare immediatamente, è che questo successo non arriva per caso. È , anzi, la testimonianza di un lavoro che viene da lontano. E il mantenimento di un promesso che in un recente passato troppe volte era stata disattesa.
Io mancavo ci credevo.
Mi spiego meglio. A Maranello avevano annunciato la preparazione di significative modifiche da portare sulla monoposto per il finale di stagione. Non era scontato che tutto avrebbe funzionato alla perfezione. Non di rado, i mitici sviluppi sulla Ferrari poi si erano rivelati un boomerang.
Vatti a fidare.
Onore, allora, a Fred Vasseur, il capo del reparto corse, il curato di campagna che gronda bonomìa da tutti gli artigli.
In Texas, su una delle piste più belle del mondiale, le Rosse hanno dominato. Non è stato un successo da cuore in gola, come era accaduto a Montecarlo e a Monza.
No. Leclerc stavolta ha vinto alla maniera di un certo Michael Schumacher. È stato superbo in partenza, quando dopo una curva è balzato dalla quarta alla prima posizione. Ma poi Carletto ha potuto contare sul supporto di una vettura assolutamente perfetta, come dimostra anche il secondo posto dell’ ineccepibile Sainz (a proposito: Hamilton è in arrivo e farà meglio a darsi una svegliata!).
Poiché non mi stanco mai di ripetere che nell’automobilismo, ormai da decenni, la macchina fa la differenza, quanto abbiamo visto ad Austin è decisamente incoraggiante per il futuro prossimo. Purtroppo è tardi per immaginare una rincorse felice al titolo piloti, mentre si sono riaperti scenari interessanti a proposito della graduatoria riservata ai costruttori. Però quello che conta è avere ritrovato una Ferrari finalmente padrone del suo destino, non più chiamata a sfruttare circostanze determinate dal caso.
La Rossa di Austin è il punto di riferimento per tutti: ecco perché sarà fondamentale dare subito continuità a questo risultato. Il calendario viene in aiuto di chi ha aspettato per troppo tempo: già domenica prossima si corre in Messico.
Sarebbe gradita un’altra doppietta.
Ps. Io sono uno che, appunto, ha aspettato troppo