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Tra Verstappen, Schumi, Senna, Hamilton, Prost…Leo Turrini - 4 luglio 2024

Sinceramente, nutro zero interesse per le professioni di amicizia reiterate da Verstappen e Norris.
Invece, sommessamente, all’alba di Silverstone formulerò una riflessione certo destinata a non convincere la mia platea.
Ecco qua.
Prost fu sleale con Senna alla chicane di Suzuka nel 1989?
Per me che ero lì (e andai pure a controllare le strisciate della frenata, la domenica sul tardi) certamente sì.
Prost è stato un asso del volante?
Sicuramente si.
Senna nel 1990 fece, come peraltro mi aveva anticipato giorni prima, una porcata nei confronti di Prost al via di Suzuka?
Assolutamente sì.
Senna è stato un Campionissimo?
E vorrei vedere in faccia chi lo nega.
Schumi fu scorretto con Villeneuve a Jerez nel 1997?
Ero pure lì, nessun dubbio, il tedesco tentò di laurearsi campione con una sporca manovra.
Michael è stato uno dei più grandi drivers nella storia?
Yes, senza il benché minimo dubbio.
E insomma.
Come sostengo da sempre, in ogni contesto bisogna distinguere il talento dall’etica.
In un mondo ideale, gli eroi sarebbero perfetti, gli idoli sarebbero sempre modelli anche di virtù.
Ma non viviamo in un mondo perfetto.
E questo vale anche per Verstappen e anche per Hamilton. E anche per Leclerc.
Io ne ho conosciuti, di piloti senza macchia. Ce ne sono stati, ce ne saranno (spero).
Ma insisto: è prova di lucidità tenere separate le cose. Se no dovrei concludere, vedi esempi sopra, che la mia ammirazione per Prost, Senna e Schumi era mal riposta. Fermo restando che non feci sconti alle loro porcate.
Si può, anzi si deve!, cogliere la debolezza di un campione, senza metterne in discussione le qualità professionali.
Nemmeno è difficile.
Ps. Maradona fece un gol con la mano agli inglesi. E fu una infamia. Poi segnò il più bel gol di tutti i tempi, nella stessa partita. E fu una magia.
Ps2. Qui sotto tutti, nessuno escluso, sono tenuti a ricordare le regole della buona educazione. Tutti. Grazie.