Allora, nei carissimi (nonché vagamente obsoleti, vabbè) giornali di carta funziona così, sotto l’albero.

Uno dice: se Sinner è stato l’eroe 2024 dello sport, chi potrebbe essere l’idolo 2025?

E tutti si girano verso il vecchio rinco (yes, here I am) e chiedono il pezzo sul Baronetto che diventa compare di Carletto.

Let it be.

Buona lettura per chi ne ha voglia, stavolta sul web.

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Il 7 gennaio Lewis Carl Davidson Hamilton taglia l’ennesimo traguardo. Quello dei quarant’anni. E forse bisogna partire da qui, dal dato non meramente anagrafico, per tentare di capire le aspettative, enormi!, e i timori, non pochi!, che circondano il suo sbarco a Maranello.
I numeri talvolta mentono e talvolta no. Ma una cosa è certa: mai in Ferrari era arrivato un pilota con un curriculum paragonabile al suo.
Leggere per credere. 356 Gran Premi disputati. 7 mondiali, uno con McLaren e sei con Mercedes. 105 vittorie. 202 presenze sul podio. 104 pole. 67 giri veloci.
E 40 anni dietro l’angolo, appunto.
LA STORIA. Solo una volta, al volante della Rossa, un driver più anziano ha conquistato il titolo iridato. Si chiamava Juan Manuel Fangio. Era il 1956 e il Mito argentino aveva sulle spalle 45 primavere. Ma proprio era un’altra epoca.
Oggi sulla griglia di partenza spopola la Generazione Play Station. Verstappen è già un mito, Norris e Piastri sono in agguato, stanno per arrivare Bearman, Bortoleto, persino il neo maggiorenne Kimi Antonelli, che del Baronetto Lewis prenderà il posto in Mercedes e che di Sir Hamilton potrebbe tranquillamente essere il figlio.
Infine ci sarebbe pure un certo Leclerc, che casualmente ha dodici anni in meno del nuovo collega di lavoro…
LA SFIDA. E qui in effetti siamo al primo bivio di un viaggio che gli ottimisti (io tra loro, come più avanti spiegherò) sognano entusiasmante.
A Maranello Carletto ha le chiavi di casa. La Ferrari è il suo parco giochi. Il monegasco ha già fatto vedere che del curriculum altrui se ne infischia: appena arrivato in Emilia, accelerò le pratiche di pre pensionamento di un certo Seb Vettel, un quattro volte campione del mondo. E nemmeno con Sainz ci è andato giù leggero.
Carletto, anche se ovviamente mica può raccontarlo in giro, è convintissimo di poter dimostrare ad Hamilton che l’età non è un optional. Gli farà gli auguri per i 40, per carità.
Ma poi, giù bastonate.
IL MITO. Attenzione, però. Il Baronetto queste cose le sa. Perfettamente. Prima di accogliere la proposta di Fred Vasseur, proposta benedetta da John Elkann, il Mito ha studiato la Leggenda Ferrari. Non tanto il blasone del Marchio, che ha sempre rispettato pur nei panni dell’avversario.
No. Hamilton ha proprio approfondito il presente del Cavallino. Ha scelto Maranello perché non si fidava più delle prospettive Mercedes. In compenso si fida del curato di campagna francese: Fred Vasseur fu suo manager quando Lewis era all’alba della carriera. Tra i due c’è un feeling molto forte.
Una volta, eravamo a primavera 2023, Lewis ha chiesto a Fred: secondo te da quando la Rossa sarà competitiva per il mondiale? Dal 2025, fu la risposta.
E adesso, eccoli lì. Di nuovo insieme. Per una doppia ossessione.
OSSESSIONE. Doppia, esatto. Hamilton non smetterà senza aver provato fino all’ultimo rantolo di carriera l’impresa delle imprese: salire a quota 8 titoli, staccando Schumi, che sta a 7 come lui, nel presente. La Ferrari a 40 anni è l’azzardo finale, l’estremo atto di poetico coraggio.
La Ferrari non è messa meglio, quanto ad ansia da risultato. Almeno Lewis può ostinarsi a pensare di essere stato derubato da Verstappen ad Abu Dhabi nel 2021. Invece la Signora in Rosso non tocca palla da una generazione e mica sono solo “Zeru tituli”, per dirla con Jose Mourinho.
Sono anche zero alibi.
IL CARISMA. Insomma, tutto si tiene. E io sono stato favorevole al matrimonio tra Mito e Leggenda perché dentro e dietro c’è molto più di una pur innegabile e clamorosa operazione di marketing.
Hamilton, per intenderci, mica è solo curriculum. Nel 2024 è tornato sul gradino più alto del podio, a Silverstone e a Spa, dopo un lungo digiuno. Magari è meno brillante di una volta in qualifica (e la vedo dura contro Leclerc …) ma il talento di guida è intatto, la condizione fisica pure. Aggiungete l’enorme motivazione e il cocktail è perfetto.
Dopo di che, come sempre a parlare saranno i cronometri.
IL DEBUTTO. Da neo quarantenne, a gennaio Hamilton farà il suo esordio su una Rossa (vecchia di due anni, così impongono i regolamenti), presumibilmente a Fiorano. So che non vede l’ora. Non è l’unico.
LA PROMESSA. Pochi giorni dopo l’ufficializzazione dell’accordo con il Sir vegano (si segnala un discreto panico al Montana, il ristorante tempio Ferrari dove Schumi divorava tagliatelle al ragù…), beh, feci quattro chiacchiere con John Elkann. Gli dissi: presidente, a due come Hamilton e Leclerc non potrete non dare una macchina vincente, lei si è preso una bella responsabilità!
La risposta è una promessa.
Da mantenere.