Ormai è una nostra tradizione.
All’alba di una nuova stagione faccio sempre una chiacchierata con Piero Ferrari.
Siamo molto amici. Non ci raccontiamo frottole clamorose e già questo è un plus.
Inoltre stavolta è alle viste un evento particolare.
Non il debutto del Baronetto in Rosso, che è cronaca.
A primavera Piero fa 80 anni.
Immaginate che regalo sogna.
Sotto l’intervista.

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Per la Signora in Rosso questi sono giorni importanti. È stata presentata la partnership tra l’azienda di Maranello e UniCredit. Molto presto Lewis Hamilton farà il suo debutto in pista a Fiorano. E Piero Ferrari, ottanta anni a maggio, ha già in mente il regalo…
“L’altra sera ho promesso al mio amico Toschi, il presidente dei Lions modenesi, di far festa assieme con il titolo mondiale -spiega il figlio del Drake, vice presidente del Cavallino- Sarebbe un bel modo di celebrare il compleanno!”.
Possiamo crederci?
“Beh, premesso che a gennaio siamo tutti fenomeni, ecco, sì, io sono ottimista”
Effetto Hamilton?
“Il campione non si discute, il personaggio ha un carisma enorme. Con Leclerc fanno una bella coppia”.
Lei ha già incontrato Lewis?
“Ci conosciamo da tempo. Vede, lui è un nostro cliente, gli piacciono le Ferrari. Ci siamo visti in passato quando capitava in fabbrica per scegliere i dettagli della macchina che acquistava”.
Beh, adesso avrete nuove e più frequenti occasioni…
“Le confido una cosa: Hamilton l’idea di correre un giorno con la Ferrari e per la Ferrari ce l’aveva già allora, quando era semplicemente un cliente. Me ne aveva parlato, con garbo”.
Quindi non è stata una sorpresa il fatto che abbia accettato la proposta di John Elkann.
“Sì, non mi sono stupito. E sono stato felice dell’accordo”.
Vincerà subito?
“Ci spero. Ovviamente dipenderà anche dalla vettura che sapremo dare a lui e a Charles”.
Quindi tocca a Vasseur e al suo staff.
“Io di Fred apprezzo la lucidità con la quale interpreta e affronta i problemi”.
Torniamo ai piloti. Sa qualcosa della salute di Schumi?
“Niente. La famiglia ha fatto una scelta di riservatezza e io la rispetto”.
Michael ha dato tantissimo alla Ferrari ma pochi possono raccontare di averlo conosciuto umanamente, intendo giù dalla monoposto.
“È vero. Io invece ho avuto questo privilegio. Veniva a cena da me e si divertiva. Nemmeno si negava un bicchiere di vino”.
Lambrusco?
“No, preferiva i rossi di Toscana”.
Piero, a quale driver è rimasto più affezionato?
“Di Michael ho detto. Quando ero un ragazzo adoravo Lorenzo Bandini, che purtroppo perse la vita nel terribile incidente di Montecarlo nel 1967. E lì mi venne in mente una raccomandazione di mio papà…”
Che raccomandazione?
“Di non legarmi troppo a un pilota, non solo perché magari sarebbe diventato un avversario in pista ma soprattutto perché faceva un mestiere altamente pericoloso”.
Gli ha ubbidito?
“No”.
No?
“No. Ad esempio Jody Scheckter, iridato con la Ferrari nel 1979, è un caro amico. E avevo un rapporto splendido con Lauda. Mi manca molto, Niki”.
E Gilles?
“Nel 1978 mio padre aveva deciso di mandare Villeneuve a fare esperienza in un altro team, stava incappando in troppi incidenti. Dovevo essere io a dare a Gilles la notizia, ma Reutemann, l’argentino, lo stesso giorno fece sapere che ci lasciava. Papà mi rintracciò al volo, tramite il suo segretario Gozzi, perché a quel punto dovevo invece comunicare al canadese che lo avremmo tenuto. Sa, a volte le leggende nascono quasi per caso!”.
È vero, così come è vero che lei ha fatto da autista al Papa polacco.
“Era il giugno del 1988. Congresso diocesano con Messa al circuito di Fiorano. Decine di migliaia di fedeli. Giovanni Paolo II doveva fare un giro di pista con l’auto del Vaticano, la cosiddetta Papamobile, per inciso una Toyota. Ma il Pontefice disse: non ci sarebbe una Ferrari scoperta? Scovammo per fortuna una Mondial in garage, c’era appena un litro di benzina nel serbatoio, guidai andando pianissimo e per fortuna non restammo a piedi!”.
Piero, chissà se Hamilton conosce queste storie.
“Eh, dentro c’è tutto quel sentimento che io chiamo italianità e modenesita. Vede, la Ferrari vende le sue vetture in tutto il mondo, ma facciamo tutto qui, a Maranello, sul territorio. Tagliare queste radici è impossibile”.
Sperando non sia impossibile vincere con Lewis e con Leclerc.
“Dice che stanno preparando il regalo per i miei primi 80 anni?…”