Premessa.
Per mia manifesta e conclamata incompetenza in materia tecnica, non sono in grado di valutare a beneficio o a detrimento di chi andrà l’ultima direttiva Fia.
Quindi, si prenda la mia opinione considerandola una testimonianza del Re degli Ignoranti.
Al netto di Tombazis, il team da battere è la McLaren.
Nel 2024, già da tarda primavera in poi, i Papaya hanno spesso avuto la vettura più performante.
Possiamo discutere sul come la squadra di Stella abbia gestito la supremazia.
Possiamo puntare il dito contro le troppe pole sprecate da Norris, criticandone anche il mal mascherato complesso di inferiorità nei confronti di Verstappen.
E io per primo nella fase terminale della stagione mi aspettavo di più da Piastri (che pure, insisto, a me piace tanto).
Resta il fatto che, nonostante tutto questo, McLaren dopo oltre un quarto di secolo ha vinto il titolo costruttori. E poiché la progressione Papaya era cominciata già nella seconda metà del 2023, beh, appartiene persino al regno dell’ovvio appiccicare l’etichetta di favorita alla scuderia arancione.
Se invece allarghiamo la riflessione al titolo più importante, quello piloti, mi tengo su una linea più prudente.
Motivo, buono anche in chiave ferrarista: se la macchina va, da subito Norris e Piastri se la giocheranno (Leclerc e Hamilton, idem con patate). Salvo vettura assolutamente dominante (vedi McLaren88 o Mercedes 2016), un terzo incomodo (olandese? Britannico? Spagnolo, why not?) potrebbe…
© Riproduzione riservata