Stavolta raddoppiamo. Mettendo insieme il Drake, Vasco Rossi, Chris Amon ed Emi Emi.
Il primo testo e’ di 079 Max, che affettuosamente saluto, e riguarda la gloriosa partecipazione di un cloggaro alla finale del premio Bancarella.
079 MAX SCRIPSIT
Ho conosciuto Emi nel remoto 2017. Con Andrea Guglielmetti stavamo organizzando la prima cena clog. Mi disse “Dobbiamo assolutamente chiamare anche Emiliano, ma non so come contattarlo” “Ci penso io” risposi, “dimmi come fa di cognome, e te lo trovo io”. Così iniziai a cercarlo, trovai il suo blog e gli scrissi. Ci incontrammo alla cena e da quel giorno siamo diventati amici.
Quando Emi mi chiamò perché presentava il suo libro al Ferrari club di Alessandria (che però è a Valenza Po), andai a salutarlo.
Quindi ovviamente, quando Claudio mi disse che Emiera in finale al Bancarella, e che la serata si teneva in un sabato di luglio, e mi propose di trovarci per la premiazione accettai immediatamente.Da casa mia a Pontremoli sono 300 km, un niente per il mio concetto di distanza (se ci puoi arrivare in auto allora è vicino).
Ed eccoci qui, sto scrivendo questo post mentre EMI è sul palco. Ci sono giornalisti, ex sportivi (Sara Simenoni Bruno Conti!), e un Cloggaro.
Alla fine Emiliano non ha vinto, ma poco importa. Vasco Rossi ha forse mai vinto Sanremo? Il libro va bene e conta solo quello. Non è colpa di Emi se la commissione votante, ha conosciuto Amongrazie a lui.
Quando ci siamo salutati, prima che ognuno andasse per la sua strada, io in albergo e gli altri a casa, Emiliano era visibilmente emozionato, per il semplice fatto che noi 3 fossimo li per lui. Ha detto che gli avevamo fatto un grandissimo regalo. Beh fidati Emi:anche tu.
Questa volta non è #essereferrari.
Questo è #essere clog.
Grazie Emi, Grazie Claudio e Stefano.
E grazie Leo. Anche questa volta nulla di tutto questo sarebbe stato possibile se non fossi capitato sulle tue pagine oramai più di 10 anni fa.
——-
Il secondo testo e’ della cloggara Miry, che vivamente ringrazio. Riguarda una cosina che sto portando in giro insieme a uno dei fondatori di questo ameno luogo, un certo Rhodes.
MIRY SCRIPSIT
Emilia, terra di motori, di musica e di grandi passioni. Un popolo fiero e sanguigno, autentico e cordiale, nelle cui vene scorre un’energia liquida, rosso fiammante, che genera talenti irripetibili, che il mondo intero invidia.
Due di questi talenti, figli di questa terra, hanno dato vita, ieri sera, al Barlume di Savignano sul Panaro, a uno spettacolo straordinario per idea ed esecuzione, che ha messo in luce il filo sottile che unisce, inaspettatamente altri due emiliani illustri, diversi per anagrafe, professione e stile. Un filo sottile, ma non invisibile. Indovinate di che colore è? Ovviamente rosso. Rosso è il colore che identifica, nessun dubbio a riguardo, l’automobile più famosa al mondo, il sogno su quattro ruote di un uomo che si chiamava Enzo Ferrari. La rossa di Maranello è lei, lei soltanto. Rossi sono i cappellini dei milioni di irriducibili adepti che con infinita devozione la sostengono. Rossi è anche un cognome molto comune, soprattutto da queste parti. Eppure, tutti i Rossi che ci vengono in mente, di comune hanno ben poco. Uno, in particolare, il rocker di Zocca, da oltre quattro decenni, infiamma con la sua musica i palchi di tutta la penisola. Riempiendo gli stadi polverizzando ogni record, infiammando i cuori. Lui è Vasco Rossi. E dunque, in questo geniale spettacolo di musica e parole, intitolato Vado al massimo, si incontrano, idealmente, loro, il Drake e il Blasco, due modenesi leggendari, due uomini che, se esistesse un equilibrio nel Creato, non sarebbero nati nella stessa terra. O forse, proprio qui e qui soltanto potevano esistere. Sì, ma cos’hanno in comune? Ce lo racconta Leo Turrini insieme a Giordano Mazzi, musicista, compositore e sound designer che con Vasco lavora e che ci ha regalato una performance di alcuni dei suoi migliori brani, in un susseguirsi di aneddoti narrati con sapienza dal Maestro. Parole e canzoni raccontano, intrecciano e svelano quel filo che lega i due miti, Ferrari e Rossi. Storie incredibili e inaspettate, punti di contatto che tracciano le rotte astrali di due eccellenze ineguagliabili. Il rombo del motore e del rock, i fan in delirio dell’una o dell’altra leggenda, in un racconto che soddisfa e sazia entrambi. Il Vecchio e il Rocker, due sognatori la cui vita straordinaria, in equilibrio tra genio e follia ha regalato a noi adepti grandi sogni. La passione, quella vera, come carburante dei battiti del cuore. Chi vi scrive sa di che parla. Ha vissuto levatacce, negli anni, per seguire le gare di Formula Uno, quando la vita era più difficile per gli appassionati di motorsport, l’on demand non era ancora stato inventato e non potevi affidare a un videoregistratore le tue speranze di quel sogno impossibile, una Ferrari che tornava a vincere, ti dovevi alzare e seguire Schumacher che si giocava tutto nella terra del Sol Levante. Chi vi parla, ha vissuto levatacce anche per la conquista della transenna, ai concerti di Vasco, con file di venti ore tra sudore e stanchezza, per essere lì e vivere il rito collettivo della musica rock. Ieri sera, si è azzardata anche una lista delle canzoni più belle di Vasco. Per il Maestro è Sally e forse ha ragione. Inutile chiedere, invece, quale sia la Ferrari più bella. La risposta la conosciamo: la prossima. Quella che vincerà.
Passione ed emozione assicurate, dunque, e stasera si replica a Mirandola.
Miry.
© Riproduzione riservata