Mentre ancora stavo riflettendo sul fatto, da me svelato a Race Anatomy, che nei giorni di Suzuka il prode Adrian Newey se ne stava a Sassuolo, a casa mia, al volante di una Ferrari 250 California, beh, mi sono pure imbattuto nella ipotesi di un ritorno in pista di Seb Vettel.
Nel Wec del Bop, con una Porsche.
E mi è venuta in mente una cosa. A fin di bene.
Leclerc e Sainz dovrebbero prendere esempio dal tedesco.
Dico nel rapporto tra loro e nella relazione con la Scuderia.
Sulla esperienza in Rosso del tedesco ognuno è libero di pensarla come meglio crede.
Di sicuro non realizzò il sogno suo e di molti.
Di sicuro l’autogol di Hockenheim 2018 ha lasciato una cicatrice. Immagino che Vettel per primo si chieda ogni tanto come sarebbe finito quel campionato, se non fosse venuto a piovere.
Ma, al di là di questo, Seb è stato esemplare per rettitudine e attaccamento alla causa. Anche nei momenti non semplici (penso alla coabitazione finale con l’arrembante Leclerc, vedi Monza 2019) non ha mai passato il segno. E, sia pure in un contesto di comprensibile amarezza, si congedò dal Cavallino con una eleganza che pochi avevano dimostrato in passato (bellissime furono le sue frasi proprio su Carletto).
Ecco.
Con i suoi pregi e con i suoi difetti, Vettel a Maranello ha fatto squadra. Ha anche vinto, sebbene meno di quanto volesse e desiderassimo. Certo più di Leclerc e Sainz messi insieme.
I due Carli potrebbero/dovrebbero prenderlo come modello.
Almeno su certe cose, almeno per certe cose.
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