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La prova del budino per la F1 2026 (e per Sainz)Leo Turrini - 6 giugno 2024

Somos todos Adrian Newey.
Cioè, trovo molto divertenti le profezie (tutte, nessuna esclusa) su come funzionerà la F1 dal 2026, in ragione del nuovo regolamento tecnico appena formalizzato.
Per mia colpa e per mia dichiarata ignoranza, mi astengo. Aspetto la prova del budino: tenetemi in vita fino all’estate del 2026 e dopo una manciata di Gran Premi vi dirò che ne penso.
Anche perché ricordo bene il 2013, vigilia dell’era ibrida. Giuro: in Ferrari mi garantivano che erano in netto vantaggio su progettazione e sviluppo della power unit, perché loro sì che avevano capito ciò che in Mercedes e in Renault invece ignoravano.
Poi venne il 2014 e per consolarci ci siamo bevuti la favoletta che la Mercedes si era scritta le regole da sola (sottinteso: quindi in Ferrari, dove pensavano e dicevano quello che ho riferito sopra, avevano ricevuto un regolamento diverso, del resto è noto che la terra è piatta e i rettiliani sono tra noi, alcuni scrivono pure sul Clog).
Vabbè, vedremo: se nel 2026 trionfa Audi lo sappiamo sin d’ora, si sono fatti le norme ad hoc a Ingolstadt (dimenticavo: lo dirà Ecclestone di sicuro, essendo Bernie immortale).
A proposito di Audi, per inciso.
Non trovate sempre più strana (qui sono serio) la storia di Sainz?
La Ferrari lo mette alle porte per pigliare Hamilton e ci sta.
Siccome Carlitos non è un pilota qualsiasi, immaginavo trovasse opzioni interessanti. In fondo è uno dei pochissimi ad aver battuto Red Bull, nel periodo recente.
Invece.
I Bibitari si tengono Perez e a chiacchiere addirittura per due anni.
In Mercedes pare abbiano altre idee, per il dopo Lewis.
McLaren sta a posto.
Narrano che Sainz possa scegliere tra un team che ancora non c’è (Audi) o un team che boh, magari si prende Newey, ma insomma, definire Williams oggi una soluzione da top driver anche no.
C’è qualcosa che non torna, almeno fin qui.
Ok, andiamo a vedere cosa succede a Montreal.