Quando ero ragazzo, ahimè diversi decenni fa!, spopolava su Radio Rai un programma intitolato “Le interviste immaginarie”.
Giulio Cesare, Cristoforo Colombo, Napoleone, Garibaldi ect rispondevano idealmente alle domande dei giornalisti e degli storici.
Ho pensato di fare la stessa cosa con Lewis Hamilton. Non perché valga quanto Cesare o Garibaldi, per carità. È che ormai nello sport post moderno (quindi non solo in F1, eh) dialogare apertamente con i Campioni è praticamente impossibile, tutto deve passare attraverso il filtro di agenti, sponsor, addetti alla comunicazione.
È la norma ed è inutile dire che era meglio una volta. Le cose cambiano. I lettori avveduti lo sanno.
Degli sciocchi non val la pena io mi occupi.
Di seguito la mia intervista immaginaria a LH.
Buona lettura.
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Benvenuto a Maranello, caro Lewis.
“Benvenuto un par de palle”.
Cominciamo bene.
“Ma scusa, sta qui in incognito da tre giorni, entro nei ristoranti passando dal retro e che succede?”
Che succede?
“L’oste si precipita, fa diciassette inchini e poi compunto annuncia: Sir, abbiamo un fantastico menù vegano tutto per lei…”
E non va bene?
“Per carità. Va bene sta minchia. Mi avete voluto in Ferrari? E allora fatemi gustare un piatto di tortellini in brodo ristretto di cappone, my God”.
Ma non eri vegano?
“Le zucchine e le melanzane le diamo sotto il tavolo a Roscoe”.
Roscoe, il tuo cane.
“Lui. Lo sai che ha pure un secondo nome?”
Chi, Roscoe?
“Esatto. Si chiama anche Fred, in omaggio al mio sempre fedele amico Vasseur”.
Ma Leclerc lo sa?
“Io Carletto lo adoro”.
Addirittura.
“Sai, è anche una questione di numerologia”.
La scienza dei numeri.
“Esatto. Io e Leclerc abbiamo in comune il numero otto”.
8?
“8”.
In che senso?
“Io ho vinto otto mondiali e lui otto Gran Premi. Insieme siamo perfetti”.
Veramente i tuoi titoli sono 7.
“Pfui e puah”.
Pfui e puah?
“Andiamo, io ad Abu Dhabi 2021 avevo già vinto, solo che Latifi, il figlio del miglior amico di Toto Wolff si è incartato e Dio strafulmini lui, Michael Masi e pure Toto”.
Ma Toto cosa c’entra, con quella storia lì?
“Non ti ricordi? Latifi va a sbattere e io via radio dico al mio box: entro e cambio le gomme. Perché io sapevo che un mondiale così spettacolare mai e poi mai lo avrebbero fatto finire dietro la safety car. Ma Toto, figurati, lui si crede più intelligente di Aristotele e il resto lo sai”.
Ti hanno fregato?
“Secondo te si rivedrà mai una cosa simile?”
Ammetto: no.
“Bravo. Ma se io cambiavo le gomme e Verstappen no, finiva alla rovescia. Idem cambiandole insieme. Ergo Aristotele cioè Wolff è un babbeo”.
A distanza di anni ti trovo ancora incazzato.
“Appunto. Secondo te cosa diavolo venga a fare in Ferrari, lo stilista? Vengo per l’ottavo mondiale, che poi in realtà è il nono”.
Ma Leclerc…
“Bravo ragazzo, ha vinto due Gp meno di Bottas, si farà”.
Ma Verstappen…
“Uh, Ulcera Boy. Ha già in testa la Aston Martin, dove ritroverà il suo amichetto Newey”.
Ma tu Newey non te lo aspettavi a Maranello?
“Fred mi ha detto che voleva la Luna, che però l’avevano già data a me. Vincerò senza il Genio, fidati”.
E Kimi come lo vedi?
“Raikkonen mi ha fottuto nel 2007 a Interlagos ma gli voglio bene, a me allora stava sulle palle Alonso, una Merdaccia fantozziana, pensa che intrallazzava coi segreti Ferrari e a me non diceva niente”.
Tu eri all’oscuro della spy story 2007?
“Zero, ero un monello, figurati se mi coinvolgevano in un intrigo così squallido”.
Comunque citando Kimi io mi riferivo ad Antonelli, il tuo sostituto in Mercedes.
“Al posto di uno chef stellato hanno preso un cameriere ma io amo la storia, anche Lauda in Ferrari fu sostituito da Villeneuve, che era uno sconosciuto”.
Adesso fare la storia della Ferrari tocca a te.
“Ma se vinco il Mondiale dici che un piatto di tagliatelle al ragù me lo fanno mangiare al ristorante o debbo venire fino a casa tua?”…
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