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Hamilton Conte di Montecristo. Ferrari, che penaLeo Turrini - 7 luglio 2024

Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi che ho amato di più.
Potrei recitarne interi brani a memoria.
Hamilton è il Conte di Montecristo della F1. E sono felice per lui.
La Ferrari invece è penosa.
In effetti L’unica buona notizia per John Elkann non è il giro veloce di Sainz (aaarghhhh!), bensì il trionfo storico, di Lewis Hamilton. Non che ci fosse da dubitarne, ma adesso si convinceranno anche gli scettici. A Maranello sta per arrivare un Campionissimo che non ha perduto la voglia di essere protagonista, nonostante quasi tre anni di mortificante digiuno. C’è qualcosa di commovente, nell’impresa del sette volte campione del mondo: il suo successo numero uno nei Gp risale addirittura al 2007 e mai un driver si era imposto nove volte sullo stesso circuito. In Rosso accoglieremo un Mito. Punto e basta.
Dopo di che, buio pesto. Per il Cavallino, intendo. L’estate del nostro scontento si sta arricchendo di capitoli deprimenti. La Mercedes è rinata, la McLaren da mesi e mesi è sempre lì, Verstappen tiene la Red Bull perennemente in lotta per la leadership. In generale, lo spettacolo della F1 post moderna è affascinante. Solo che.
Solo che la Ferrari manca all’appello. Le incertezze si sommano agli errori. A Silverstone manco si capiva con quale assetto dovessero gareggiare Leclerc e Sainz.
A turbare è la sensazione di una imbarazzante crisi di identità. Io non è che veda differenze con i giorni bui del declino binottesco. Non ho fette di prosciutto sugli occhi.
In meno di due mesi, la Sf24 è passata dal rango di anti Red Bull al ruolo di comparsa. Come è possibile? Che risposte può dare Fred Vasseur? Critichiamo pure il Leclerc di Silverstone, concordo. Ma il bravo Sainz mica ha lottato non dico per la vittoria, manco per il podio.
Sarò ancora più esplicito. Non si tratta di epurare qualcuno, a Maranello si fanno rivoluzioni ogni due per tre ma non si vince mai. Però sarebbe un errore clamoroso immaginare che Hamilton, da solo, sia in grado di ribaltare la situazione. Aggiungo che pure Adrian Newey, ammesso arrivi!, avrà bisogno di una organizzazione moderna, efficiente, lontana da una desolante cultura degli alibi.
Allora, facciamo così: benvenuto Sir Lewis, nella speranza incrollabile che la Ferrari sia all’altezza del tuo talento.
Chissà…