Scrivo prima di eventuali sanzioni post gara dei giudici.
Secondo me la Ferrari ce la può ancora fare.
Norris ne dubito.
Meglio che lo dica subito, accettando il rischio di passare per un maestro di banalità: sulla pista di Ayrton, beh, Max Verstappen ha vinto alla maniera di Senna. O di Schumi, se preferite rievocare il San Michele ferrarista.
Il resto sono quisquilie e pinzillacchere.
Sono queste prodezze (battere tutti scattando dalla penultima fila, nel diluvio, fra incidenti, safety car e bandiere rosse) a fare la differenza tra un Campione e un buon pilota. Fra Max e Norris.
Sono questi episodi a lasciare il segno nella memoria collettiva. L’olandese stava per essere inghiottito dal buco nero della sconfitta irrimediabile, dopo qualifiche per lui umilianti e contro una McLaren annunciata in grande spolvero.
Eppure, ci ha creduto. Forse ci credeva solo lui, non lo so. Magari la sorte, in mezzo ad un meteo pazzo, gli avrà dato una mano, per carità. Ma lo dicevano già gli antichi romani: la fortuna aiuta gli audaci.
Super Max non si aggiudicava una gara da inizio estate, la Red Bull è stata squassata da clamorose convulsioni interne, il suo collega di lavoro Perez sembra che guidi un triciclo. Poi Verstappen si inventa un capolavoro come quello di Interlagos e tu comprendi dove sta di casa la vera grandezza, con buona pace di Lando Norris.
Amen.
La Rossa, adesso. Niente Triplete. Niente terzo successo consecutivo. Nelle folli condizioni brasiliane la Sf24 non era competitiva. Sainz ci ha messo del suo in negativo collezionando botti evitabili. Ma se non altro Leclerc ci ha messo una pezza.
Mi spiego meglio. Matematicamente, per la corsa al titolo costruttori è cambiato poco. Nemmeno si può parlare di occasione sprecata: la macchina non era al top.
Avendo ora il tempo di tirare un po’ il fiato (a Las Vegas si corre la sera di sabato 23, quando da noi sarà già domenica mattina), la Ferrari deve riordinare le idee e compiere l’ultimo sforzo tecnologico della stagione.
Oh, I know.
È tremendamente difficile.
Nulla è impossibile, in una Formula Uno che si è improvvisamente riappropriata della imprevedibilità. Di certo non ci sta più nulla, sulla griglia di partenza del Gran Premio del Brasile nessuno avrebbe scommesso sul trionfo di Verstappen.
E allora proviamoci!
Ps. Invece di occuparsi delle parolacce dei piloti, la Fia dovrebbe chiedersi come ha fatto a dare l’ok all’asfalto di Interlagos.
Ps2 Grandi i due della Alpine!
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