Chi l’avrebbe detto, a febbraio?
Invece è tutto vero: per la prima volta dopo dodici anni la Ferrari si giocherà un mondiale all’ultima gara. Non accadeva dal 2012, era Montezemolo: allora fu Alonso a contendere a Vettel il titolo iridato piloti, in un bagnatissimo Brasile.
Chi non è in malafede lo ammetterà: non è un risultato da poco, direi che fotografa in maniera corretta una stagione più che dignitosa.
La brutta notizia è che comunque la McLaren in Qatar andava più forte della Rossa. E si è visto. I Papaya poi conservano un vantaggio robusto: domenica prossima ci vorrà un autentico miracolo, un altro!, per completare un sorpasso in extremis che sarebbe clamoroso. Ma già poterci provare e’ un titolo di merito per Fred Vasseur e il suo gruppo.
Segnalo che tra le dune qatariote è stato esemplare Leclerc. Con una prestazione tostissima Carletto ha ribadito qualità che francamente non comprendo come possano essere ancora messe in discussione. Vabbè, il mondo è bello perché è vario, dicevo quello là. Peccato ci siano anche opinioni…avariate.
L’altro Carlo di Maranello, cioè Sainz, non è stato fortunato. Le circostanze gli hanno giocato contro, fra foratura e pit stop. Suppongo che la sua Ferrari avesse subito danni permanenti salendo su quei detriti: così si spiega il mancato successo della manovra finale sulla Alpine di Gasly. O almeno credo.
Dopo di che, non mi sottraggo al tema del giorno: la drastica penalità (stop and Go di dieci secondi) inflitta a Norris per il mancato rispetto delle bandiere gialle. I complottisti in servizio permanente effettivo hanno già la risposta pronta: chi governa la baracca voleva tenere aperto il mondiale costruttori fino al capitolo conclusivo del campionato.
Molto bene.
Ora, i cospirazionisti sono purtroppo abituati a fare danni su materie molto più serie. Dunque non tenterò di far cambiare loro idea.
Mi permetto solo due considerazioni. La prima appartiene al buon senso: da sempre non rallentare quando sventolano le bandiere gialle è reputata infrazione gravissima.
La seconda riflessione è figlia della memoria. Nel 1997 a Suzuka Jacques Villeneuve, leader in classifica, venne tolto dall’ordine d’arrivo perché non aveva rispettato le bandiere gialle addirittura durante le prove libere del venerdì! Poi il canadese vinse lo stesso il titolo, battendo Michael Schumacher: ma cito il ricordo per segnalare che nel verdetto di scandaloso c’è zero.
Temo che anche stavolta, come appunto nel 1997, la Ferrari non ce la farà. Ma essere arrivati a giocarsi un mondiale all’ultimo respiro, via, mica ci eravamo più abituati.
Ps. Il resto lo riassumo al volo. Verstappen imperiale. Clamoroso come back del faraone Binotto a punti con Zhou che via radio imita KR7 sibilando Leave me alone. Hamilton inguardabile, modello carrello dei bolliti: si rifarà di Rosso vestito, però. Ma di questo, come dissero i filosofi greci a San Paolo, parleremo un’altra volta.
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