Dato statistico.
Un amico ex Ferrari ancora attivo in F1 mi ha segnalato il dettaglio.
Tra il 2022 e il 2024, soltanto due piloti hanno vinto almeno un Gp a stagione.
Uno si chiama Max Verstappen e buona lì.
L’altro è Carlos Sainz.
Uno, anche se orfano di Newey, sarà al volante di una monoposto, la Red Bull, che sarebbe stolto escludere dai pronostici iridati.
L’altro è finito in Williams, un team che non vince un Gp dal 2012, un mondiale dal 1997 e che per un pacco di soldi ha appena ceduto i diritti su Colapinto, che qualche prospettiva pare avercela.
Ora.
Delle due l’una.
O si sbagliano quelli come me che considerano Carlitos un eccellente driver, non tanto inferiore a Leclerc. Se mi sono sbagliato, se Sainz è un autista normale, cioè mediocre, è giusto sia finito in una scuderia di serie B. Mentre per me era ovvio che lo spagnolo, dopo il varo della operazione Hamilton in Red, finisse in Mercedes o in Red Bull al posto di Perez.
Oppure.
Sainz crede che Williams possa rinascere dalle ceneri come l’ultima McLaren. Il motore e’ uguale, cioè Mercedes. Le differenze di prestazione al top sono diventate così “strette” che risalire non è più impossibile. E del resto Albon in Q3 qualche volta già lo abbiamo visto.
Altra ipotesi.
Sainz, che era la prima scelta di Binotto, nella opzione Audi crede zero, ergo si è parcheggiato in Williams scommettendo sui flop di Antonelli e/o Lawson in casa di Wolff e Horner. Cioè, secondo questo schema, Carlitos non dubita che il fiume porterà l’acqua al mare.
Ma se è così, perché Williams molla Colapinto?
Comunque la si giri, questa di Sainz resta una storia stranissima.
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