Su Flavio Briatore e le sue gesta ho detto e scritto quello che pensavo a tempo debito.
E non ero in folta compagnia, perché come ben spiegò Manzoni il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare.
Dopo di che.
E se l’ex geometra di Cuneo avesse ragione, a proposito di Colapinto?
All’uomo bisogna riconoscere di possedere solidissimi requisiti, in materia.
Fu Briatore, dopo Spa91, a scommettere su un pilota che aveva all’attivo duecento metri in un Gp.
Il pilota in questione si chiamava Michael Schumacher.
Magari fu un caso, però ancora Flavione, una generazione dopo, ripete’ la stessa operazione con un certo Fernando Alonso.
Due indizi non fanno ancora una prova (di sicura competenza) ma insomma.
La storia è storia e deve essere rispettata.
Colapinto è una suggestione latino americana con venature letterarie. Argentina significa Fangio e un po’ anche Reutemann (chi si ricorda, tra i nonni che mi seguono, una copertina di Autosprint di Sabbatini padre, “L’aLOLEttone” dopo una vittoria Ferrari, dato che Carlos era appunto detto Lole e Marcellino il direttore voleva sminuire i meriti di Forghieri, che infatti si incazzo’ come una bestia?).
Al suo debutto in Williams, a me Colapinto ha suscitato una certa impressione. Non esattamente consolidata in seguito, ma può essere che nel giovane gaucho ci sia qualcosa di consistente.
Che Briatore ci punti sopra è un segnale. Fermo restando che sullo sfondo si staglia sempre il fantasma.
Lo spettro di Gaston Mazzacane.
Eh, Mazzacane!
Io ho visto cose che voi umani, eccetera.
Dunque, correva l’anno 2000.
La Minardi annuncia l’ingaggio del nuovo Fangio.
Mazzacane, appunto.
Il quale si presenta alla conferenza dei rookies a Melbourne, in avvio di stagione.
Agli eventi Fia, almeno all’epoca, era obbligatorio parlare in inglese.
Pronti, via.
Tra lo stupore generale, Gaston Hugo si esprime esclusivamente in spagnolo.
Irritazione diffusa in sala.
Invitato ad attenersi alle regole, Mazzacane da vero Hombre Vertical ribatte: “Imparate voi lo spagnolo e fate presto, perché io diventerò campione del mondo come Fangio”.
Di lì a poco sì sparse una leggenda metropolitana.
Secondo la quale Mazzacane era un soprannome: in realtà Gaston Hugo di cognome faceva Ibarra, ma siccome nella Pampa sfrecciava guidando malissimo facendo strage di poveri randagi, ecco che il popolo gli aveva appiccicato un nomen omen.
Sono certo che Colapinto sia di un’altra pasta.