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Adesso Piero Ferrari sogna Indy 500Leo Turrini - 17 giugno 2024

Questa Le Mans la ricorderemo.
Ne ho parlato con Piero Ferrari, che ha nel cuore una idea impossibile.
In coda alla nostra conversazione, il delirio finale del mistico Emi Emi.

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“Quando ho visto che per il secondo anno di seguito ce la avevamo fatta a vincere a Le Mans, beh, per un attimo ho pensato ad un altro sogno impossibile…”
Nel 2025 Piero Ferrari taglierà il traguardo degli ottanta anni. Era un bambino quando le macchine di suo papà si impadronirono della gloria della mitica 24 Ore.
“Nel 1949, il giorno della impresa di Chinetti, ero troppo piccolo per ricordare -sospira il figlio del Drake, vicepresidente della azienda di Maranello- Ma ho memoria della mia infanzia, le orecchie attaccate alla radio, la tv non c’era o non trasmetteva niente. Le Mans era una gara che per mio padre significava tantissimo”.
Adesso è tornata di moda.
“Eh, quando John Elkann mi disse che desiderava tornare alla 24 Ore nella categoria top, con la Hypercar, io l’ho incoraggiato. È una scelta lungimirante”.
Due partecipazioni, due vittorie.
“Domenica pomeriggio ero inchiodato al televisore. Ho una età e quindi di notte ero andato a riposare. Ma ammetto che le ultime ore sono state tremendamente emozionanti”.
La portiera che non si chiudeva, la benzina che stava per finire…
“Esatto! È stato un finale al cardiopalmo, un thrilling. È stata bravissima la squadra, nella gestione delle emergenze. E non dimentichiamo i piloti, guidare senza commettere errori per 24 Ore, tra giorno e notte, tra sole e pioggia, non è da tutti”.
Conosce Nielsen, Molina e Fuoco, i cavalieri che fecero l’impresa?
“Sì, Fuoco un po’ meglio perché è italiano e ha casa dalle parti di Maranello. Sono molto contento per lui, è un ragazzo animato da una passione straordinaria”.
Piero, lo sa che era dal 1934 che la stessa casa automobilistica non vinceva nello stesso anno il Gran Premio di Montecarlo di Formula Uno e la 24 Ore di Le Mans?
“Me lo hanno detto e infatti io ho un sogno”.
Prego?
“Vede, nel mondo delle corse c’è una cosa chiamata Tripla Corona…”
Montecarlo, Le Mans e la 500 Miglia di Indianapolis.
“Bravo. A noi come Ferrari manca solo l’ultimo anello della catena. Indy”.
E fate uno sforzo.
“Gliel’ho detto, è un sogno. Non ci sono le condizioni tecniche per realizzarlo. Ma io ogni tanto ci penso, essere anziani non significa perdere l’immaginazione!”.
Una bella Ferrari alla 500 Miglia.
“Magari. Mio padre ci pensò spesso, ma a parte uno sfortunato tentativo con Ciccio Ascari nei primi anni Cinquanta non se ne fece niente. Però, chissà…”
Piero, l’ultima domanda: ma Adrian Newey arriva o no?
“Ne parliamo alla prossima intervista”.

EMI SCRIPSIT

Nume perdonami. Stavolta dalla notizia non posso davvero fuggire. Che cos’abbiamo vissuto in questa 24 Ore!
Un sogno e un incubo al tempo stesso. Abissi profondi ed estasi irripetibili, ripetendosi sulla Sarthe come pochi altri. Così penso. Penso e racconto (anche se non si tratta di una notizia). Allora, per Fuoco penso (che la F1 l’ha appena sfiorata) abbia vissuto il giorno più bello della sua carriera da pilota. Penso che Coletta in Ferrari sia un passo avanti a qualsiasi altro team manager vestito di Rosso. Penso alla parte migliore di quell’Italia che vive vicina a casa tua e che mi ha fatto star sveglio per 36 ore filate. Penso che le 6 ore notturne di Sc valessero ciò che i nostri occhi ci hanno permesso di vedere in questa nuova vittoria Ferrari.
L’hanno fatto di nuovo. Quando nessuno pensava (ancora una volta) potesse succedere. Ti annuncio che l’anno prossimo, se la Rossa vince ancora, il trofeo rimane definitivamente a Maranello. Rimane. Come la faccia pulita di Nielsen(pilota Ferrari dai tempi del Challenge), che mi ha ricordato Nei Armstrong.
“Come stiamo a carburante?’”
“8%”. Si sentì rispondere da Buzz Aldrin al suo fianco, mentre cercava di far atterrare il LEM sulla superficie lunare. 8%. Come la 50 all’ultimo giro, per raggiungere un traguardo che vale una vita sportiva. Più forte di una portiera che non si chiudeva. Insieme a tutto il resto.
E poi Ale Pier Guidi, che si è sciroppato tre ore e mezza di macchina fino al traguardo portando a podio la 51, fino al mattino data letteralmente per dispersa. Ad Oropa Pantan vinse, dopo un salto di catena.
Pier Guidi me lo ha davvero ricordato. Nonostante non abbia vinto.
Queste sono le mie foto.
I miei nomi per questa Le Mans.