Madame, dov’è finita la liberté?

Questa è una lettera aperta al ministro francese della salute, Marisol Touraine.   Gentilissima Madame Marisol Touraine, mi decido a scriverLe dopo aver letto le sue ultime dichiarazioni sulle sigarette elettroniche. Parbleu, egregio Ministro! Lei intende vietare le sigarette elettroniche anche nei luoghi pubblici! Perdoni l’ardire, ma mi sembra che il divieto sia eccessivo e […]

Questa è una lettera aperta al ministro francese della salute, Marisol Touraine.

 

Gentilissima Madame Marisol Touraine, mi decido a scriverLe dopo aver letto le sue ultime dichiarazioni sulle sigarette elettroniche. Parbleu, egregio Ministro! Lei intende vietare le sigarette elettroniche anche nei luoghi pubblici! Perdoni l’ardire, ma mi sembra che il divieto sia eccessivo e perfino irritante, e non solo perché proposto da una come Lei,  esponente di una lunga tradizione socialista e libertaria  (che penserebbe suo padre, il sociologo Alain?). Glielo ripeto, Madame Ministro: parbleu! Sono caduto, come Lei probabilmente direbbe, nel “vizio” della sigaretta elettronica quattro mesi fa. Concordo: la e-cig fa malissimo. Ai sentimenti, ad esempio. Personalmente ho sviluppato enormi sensi di colpa nei confronti del mio amico tabaccaio. Che ricambia odiandomi. Da quando non compro più sigarette normali, lui sta andando a ramengo (capisce il termine? Come si dice in francese?). Io cerco di lenire le sue sofferenze (e le mie) acquistando vagonate di caramelle, inutili penne Bic, altrettanto inservibili francobolli e tanti Gratta e Vinci (ne avete, in Francia?). Madame Touraine, Lei dice che non è provato che il fumo passivo da e-cig non sia dannoso. E allora, provatelo! E solo in caso contrario vietatelo in pubblico. Altrimenti è facile che nascano sospetti. In Italia la vendita delle sigarette normali è calata quest’anno dell’8 per cento. Non so dirle a quanto denaro la cifra corrisponda,  ma sono sicuro che si tratta di un sacco di soldi. E penso che in Francia abbiate lo stesso problema. Madame Ministro, non è che le sue idee anti e-cig siano indicatrici di un “fumus persecutionis” nei confronti di un mercato che dà fastidio? Madame, ho controllato: io e Lei abbiamo la stessa età (non dico quale). Pertanto non abbiamo fatto in tempo a fare il ’68. Ma questo non significa che non ci si possa ribellare a una nuova stagione di immotivati divieti. E dove sono finite, dunque, la liberté e anche la  fraternité? Mentre concludo questa lettera sto fumando la mia e-cig, che mi ha aiutato a smettere di assorbire, come un tempo, nicotina, catrame e altre schifezze.  Posso farlo, sono a casa mia e come diceva il motto del suo illustre avo, il grande guerriero Olivier de Clisson: “Faccio quello che mi pare”. A casa mia. E magari anche al parco, parbleu!

Firmato: Un Fumatore Elettronico