La Signorina degli Anelli e il metal detector

  La Signorina degli Anelli è prigioniera della sua giovanile passione: il piercing. Ingabbiata tra le due porte di sicurezza della banca di una certa città, ascolta con sconforto la vocetta registrata e collegata al metal detector: «Si prega di tornare indietro e depositare gli oggetti metallici nell’apposita cassettiera…». La Signorina degli Anelli si toglie quelli […]

 

La Signorina degli Anelli è prigioniera della sua giovanile passione: il piercing. Ingabbiata tra le due porte di sicurezza della banca di una certa città, ascolta con sconforto la vocetta registrata e collegata al metal detector: «Si prega di tornare indietro e depositare gli oggetti metallici nell’apposita cassettiera…». La Signorina degli Anelli si toglie quelli che ha alle orecchie e riprova.

Ma la voce (metallica) insiste: «Si prega di…». La Signorina si sfila, e ripone, il chiodino sul naso. Niente. «Si prega…». Estrae allora il cerchietto dal labbro inferiore, «Si prega», tira fuori la lingua e disinserisce l’apposita vite, «Si prega»…Solleva infine la maglietta e sbullona l’ennesimo anello dall’ombelico. «Si prega, si prega».

La Signorina deve avere altra ferramenta in posti più reconditi e non sa più che fare. Glielo suggerisce un cliente in attesa alle sue spalle: «Si prega che le venga un accidente!». Così, mentre un’anima pia, dall’interno, disinserisce il sistema di sicurezza, lei si volta e alza un dito medio (senza anelli). A significare, quantomeno: godo di ottima salute. Di ferro, probabilmente.  

(Tratto da: “I bolognesi sono fatti così”, di Gianluigi Schiavon, Pendragon Editore)

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