Aldo ha la barba bianca, occhiali antiquati e una maglietta a righe blu e rosse che ricorda un’altra età. Gino non nasconde le rughe sulle guance ben rasate, strizza gli occhi perché le lenti non le ha mai sopportate, porta scarpette da ginnastica perché gli sono sempre piaciute. Tra loro, sul tavolo del self-service dell’ipermercato, qualcosa si muove: una trottola. Aldo e Gino sorridono. Come due vecchi bambini.

«Io ho portato questa. E tu?», chiede il primo.

L’altro sfila di tasca una figurina. «Mazzola!», annuncia.

«Ce l’avevo anch’io», replica Aldo, riassaporando il gusto di un’antica competizione.

Forse non si vedevano da una vita. Forse non si erano mai persi di vista. Comunque, ora sono assieme, ed entrambi altrove, indietro nel tempo, con Mazzola e una trottola come lasciapassare per un viaggio verso l’inizio. È un appuntamento con la memoria.

«Ricordi i nostri giochi?», chiede Gino.

«Alle elementari?».

«Sì, le ‘Giacomo Leopardi’! Non esistono più…».

«Tu mi correvi dietro, ma non mi prendevi mai», incalza Aldo, riscoprendo il sapore dolce della provocazione.

«Una volta ti ho raggiunto, non dimenticarlo».

«Sì, e mi hai strappato il grembiule: me lo dovresti ricomprare».

«Nemmeno i grembiuli esistono più».

«Sei sempre lo stesso».

E ridono, come due vecchi bambini. La ricerca del tempo andato continua.

«Aldo, quanti anni sono passati?».

«Troppi».

«Però ci siamo divertiti».

«Dovremmo farlo anche adesso».

Aldo e Gino hanno in mente una sfida: il ritorno all’infanzia. Qualcuno dal tavolo vicino li sta fissando, con la forchetta a mezz’aria. Loro se accorgono. Decidono di fregarsene. Aldo improvvisamente si volta e fa una boccaccia. Come un vecchio bambino. Anche Gino si gira e aggiunge un marameo. Vecchia solidarietà. Poi ridono di nuovo, mentre l’osservatore indiscreto ficca il naso nel piatto.

Improvvisamente Aldo si fa serio. E Gino capisce al volo: l’amico di ora e di allora ha pronta una domanda.

«Gino, ti piacerebbe tornare bambino?».

L’altro sa come si deve fare con lui in questi casi, lo sa da una vita. Non apre bocca, ma sposta Mazzola e afferra la trottola. Poi, veloce, la lancia attraverso il tavolo. E propone:

«Vuoi giocare ancora con me?».

 (Tratto da “Colpi bassi”, di Gianluigi Schiavon, Giraldi Editore)