La partita con lo Zenith doveva dare risposte importanti ai numerosi dubbi, con relative voci, che circondano l’ambiente rossonero. La squadra è scesa in campo con buona determinazione. Nei primi 20 minuti la situazione è parsa sotto controllo. Da due veloci ripartenze sono arrivati i due gol. La prima di Emanuelson che, procuratosi una punizione dopo essere partito palla al piede dalla propria metà campo, ha trasformato. La seconda su una grande invenzione di El Shaarawy che si è sciroppato l’ingenua difesa avversaria prima di appoggiare in rete. A quel punto è arrivata la reazione della squadra di Spalletti. Il Milan ha difeso mettendo in mostra le solite preoccupanti lacune. Abate, Bonera, Zapata e Antonini non filtrati adeguatamente dal centrocampo hanno dovuto spesso ricorrere ad Abbiati autore di cinque grandi interventi prima della capitolazione sul fischio che ha posto fine al primo tempo. La ripresa si è aperta nel peggiore dei modi ovvero con il pareggio dello Zenit. Sul calcio d’angolo Montolivo, partita insufficiente, ha perso il suo uomo e Abbiati è uscito fuori tempo commettendo l’unico errore del match. La partita è proseguita con pochi sussulti escluso l’autogol, scaturito da un paio di bei passaggi e un buon cross, che ha riportato in vantaggio il Milan. Vittoria e 4 punti nel girone ma la strada verso la qualificazione è ancora lunga e sia il bel gioco che la personalità dei giocatori, escluso il piccolo faraone, latitano.