Un pareggio inaspettato, probabilmente più insperato che sorprendente. Pioli mi piace molto e sta facendo un grande lavoro. Se posso trovargli un difetto indicherei la capacità di motivare la squadra. Non mi piace il gioco di Conte. Squadra fisica, palle lunghe e continui cross. Quello però che adoro in lui è la determinazione. Ce l’ha lui, Mourinho e Gattuso. Tanto per dirne alcuni. Non il nostro tecnico. È un signore. Sempre lucido nelle analisi e impossibile da mettere in discussione. Non un motivatore.
Non ho mai visto il Milan lottare con il coltello tra i denti in una partita difficile. Certo, ne abbiamo rimontate tante anche in zona Cesarini. Abbiamo ben giocato in altre convincendo. Quello che manca è vedere i giocatori correre in modo forsennato mossi dalla spasmodica voglia di vincere.
Inoltre c’è un problema casalingo. Le ultime partite interne hanno fatto registrare due sconfitte, con Inter e Napoli; un pareggio all’ultimo secondo con l’Udinese. Ultimo successo a inizio febbraio con il Crotone. Un’andatura da partita in lotta per non retrocedere.
Inspiegabile Saelemaekers messo nel ruolo di terzino destro, con Kalulu e Dalot in panchina. Male Krunic, Calhanoglu e Castillejo nel primo tempo. Tutti dentro negli spazi intasati. Hernandez non sta largo, Saelemaekers scende poco e la Sampdoria ha vita facile. Il francese commette un errore senza senso a inizio ripresa. Mi chiedo con quale criterio, sulla partenza dell’azione, possa passare la palla verso il centro del campo senza guardare e verificare di avere compagni attenti. Palla a Quagliarella che timbra il meritato vantaggio. Certo, meritato perché i liguri avevano tenuto il pallino del gioco nei primi 30 minuti lasciando solo nel quarto d’ora finale l’iniziativa ai nostri.
Dopo il gol Pioli è costretto ai cambi. Rebic e Tonali danno una scossa agli addormentati compagni. Purtroppo Ibra, seppur in campo, non era riuscito a scuotere nessuno. Gli ci mancava pure la nazionale per azzerargli le già flebili energie da quarantenne.
Sono proprio i numeri del match a spiegarci la partita. 9 volte in fuorigioco contro una squadra che non difende a centrocampo sono sinonimo di pigrizia bel rientrare. 54% di palle contese perse ci dicono che mancava determinazione.
Tre soli tiri in porta in 90 minuti. Il gol di Hauge a tre dalla fine e il palo di Kessie nel recupero fanno solamente salire la rabbia. 30 minuti giocati in superiorità numerica non sono serviti. Un copione simile si era visto a Firenze ma il vantaggio aveva dato una sveglia alla squadra. Oggi lo schiaffo non è servito, la squadra era svuotata. Altro che provare a dare fastidio all’Inter. Hanno detto che bastano 12 punti per la Champions, forse il cartello sulle porte degli spogliatoi è tipo calendario dell’Avvento. Speriamo che bastino 12 finestrelle. Intanto Pioli guardi l’Inter questa sera. Vedra un brutto gioco ma un grande atteggiamento