Milan – Pescara: è obbligatorio soffrire?!

La partita con il Pescara sarebbe dovuto essere poco più di un allenamento per una squadra con ambizioni europee. Il vantaggio di Nocerino, dopo meno di un minuto, confermava la tesi. Il Milan però non chiudeva la partita per alcuni buoni interventi di Perin e per la poca determinazione. L’intervallo aumentava la voglia d’impresa degli […]

La partita con il Pescara sarebbe dovuto essere poco più di un allenamento per una squadra con ambizioni europee. Il vantaggio di Nocerino, dopo meno di un minuto, confermava la tesi. Il Milan però non chiudeva la partita per alcuni buoni interventi di Perin e per la poca determinazione. L’intervallo aumentava la voglia d’impresa degli abruzzesi che però subivano il raddoppio, su autorete di Abbruscato, dopo solamente sei minuti della ripresa. Partita finita? In teoria sì. 30 gol subiti e solo 12 fatti per la squadra di Bergodi, potevano essere una preoccupazione? Certo perché il Milan subiva l’ennesimo gol su calcio da fermo e, invece di gettarsi all’attacco per ritrovare doppio vantaggio e tranquillità, cercava di rallentare e addormentare la partita. Anche l’ingresso di Boateng per Robinho non cambiava l’inerzia del match. Poco dopo il trentesimo il faraone metteva il punto alla sofferenza. Tiro a giro deviato in angolo che, come al solito, lui stesso si incarica di battere. Corner diretto in porta deviato da Jonathas nella propria porta e, dopo un altro minuto, quarta rete rossonera su cross di Pazzini. Allegri a quel punto inseriva Niang, che si esibiva immediatamente in un paio d’accelerazioni notevoli, e Muntari al rientro dopo l’infortunio. Forse proprio questi ultimi due innesti potranno rappresentare un’arma in più per il girone di ritorno. Ci sono ancora tante posizioni e punti da recuperare e la quarta vittoria consecutiva rappresenta solo una tappa di un lungo cammino. La prossima sarà a Roma prima della pausa natalizia. Allora si conoscerà anche la prossima avversaria di Champions.

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