Correa è uno dei migliori giocatori della Lazio. Se i romani non sono andati in vantaggio al terzo minuto il merito è di Reina che ha parato la conclusione di Immobile servito proprio da Correa. Ad inizia ripresa l’argentino s’infortuna aggiungendosi alla lista degli indisponibili.
Dicevamo che Reina ha salvato il Milan in apertura, non voglio immaginare cosa sarebbe potuto succedere con i biancazzurri già in vantaggio. Il primo tempo, bello e giocato a un buon ritmo, ha visto il Milan con un maggior possesso palla e la Lazio più efficace nelle ripartenze. Che la Lazio attenda e riparta non è certo una novità, marchio di fabbrica di Simone Inzaghi. I romani si rendono più pericoloso mentre il Milan crea preoccupazioni solo con un colpo di testa di Piatek trovato da Calabria.
Il grande problema del Milan parte dal centrocampo. Con Kessie e Bakayoko che recuperano palloni e li portano in avanti servirebbero degli uomini che se la faccessero dare concludendo in modo pericoloso o mandando in porta i compagni. Purtroppo Calhanoglu e Suso non sono grandi giocatori. Concludono alcune volte senza prendere lo specchio della porta e mai trovano un compagno se non quello vicino con tocchi banali. Prendiamo il minuto 60, due ripartenze consecutive con palla a Suso, nella prima invece di servire il giocatore che si sta inserendo libero in area perde palla, subito dopo, in parità numerica con quattro compagni ad accompagnare, tira centrando Rómulo. Lo spagnolo è entrato da qualche mese in fase involutiva ma sembra abbia un’importanza assoluta nel “non gioco” di Gattuso.
Un allenatore con un minimo di fantasia avrebbe schierato Cutrone con Piatek, aumentando il tasso di pericolosità o perlomeno di preoccupazione degli avversari. Gattuso si affida ai soliti 11, anche se questi non rendono. Caldara per scendere in campo deve sperare in un infortunio di Musacchio, che peraltro prende due metri da Romulo su cinque nella ripresa, perché è proprio quando costretto dalle indisponibilità che Rino ha apportato cambiamenti. Se Biglia non si fosse infortunato Bakayoko sarebbe già tornato a Londra e stesso discorso vale per Calabria, lo scorso anno.
La Lazio cala nella ripresa e il Milan riesce a chiuderla nella metà campo. Gli infortuni a Calabria e Romagnoli costringono il mister a cambiare tutto, schema compreso con difesa che diventa a tre. Zapata, Musacchio e Rodriguez gli interpreti, sicuramente mai provati insieme a tre, con davanti Kessie e Bakayoko a schermare. Con Laxalt e Borini larghi, Suso e Calhanoglu si mettono dietro a Piatek.
Qualcosa cambia anche se Suso tende ad allargarsi e la Lazio si ridispone abbastanza velocemente. Il Milan comunque riesce a passare in vantaggio, audite audite, su rigore per fallo subito da Musacchio, rimasto in area in conseguenza di un corner.
Una novità nel gioco, già piacevolmente vista a Torino, è stata la pressione alta. Questo uno degli aspetti certamente positivi. Dal disordine del derby si è passati a un’organizzazione migliore con Juve e Lazio. Sicuramente i giocatori sono volenterosi e altrettanto certi sono i loro limiti. Guardando le ultime cinque partite sono arrivate tre sconfitte, due delle quali condite da non pochi episodi discutibili e sfavorevoli, nelle quali avremmo potuto e dovuto ottenere più punti; una vittoria, quella di stasera, al termine di una partita nella quale il risultato più giusto sarebbe dovuto essere un pareggio, con un tempo per parte. La partita che ha fatto vacillare Gattuso, zona Champions e tutto il resto, è stato il pareggio con l’Udinese. Tre punti avrebbero tenuto le avversarie a distanza e fatto arrivare la squadra a Torino con maggior serenità. La vittoria di questa sera ha riportato al quarto posto con la Roma, che deve giocare con l’Inter, rimessa a un punto. Ora arrivano due trasferte consecutive a Parma, peggio in casa che fuori, e Torino. Servono sei punti per blindare la zona Champions, Atalanta permettendo.
Gattuso ha sicuramente grandi valori ma, come detto in diverse occasioni, deve crescere. Il Milan avrà tempo per aspettare?