Arrivando allo stadio mi sono trovato a fianco di un sacco di persone convinte di una bella vittoria. Quello che mi ha sorpreso è stato vedere che addosso avevano vessilli rossoneri. Ero scaramanticamente pessimista poi però, quando nel primo tempo ho assistito ai continui errori sottoporta, il pessimismo è diventato realismo. Alla seconda azione degna di nota la Juve è passata in vantaggio grazie a un’azione corale nella quale i rossoneri non ci hanno capito nulla. Max Pezzali cantava “…fai un gran bel gioco però,se non hai difesa gli altri segnano…”. Non è stato proprio il caso del Milan di questa sera. Si è visto del bel gioco (non stellare) nel primo tempo, ma non si può imputare al solo reparto difensivo le responsabilità. Una delle differenze tra le due squadre è stata l’organizzazione generale del gioco. Non si tratta di criticare Rami e Bonera o Montolivo e De Jong, che hanno disputato individualmente una buona partita, bensì riflettere su una fase difensiva corale nella quale mancano ancora molti automatismi e idee. Il gol del raddoppio juventino a metà ripresa ne è un esempio. Giro palla sulla trequarti e Tevez libero di controllare, bersi un caffè, farsi la pedicure prima di trovare il gol della domenica con un tiro pazzesco. Quello dei tiri in porta è un aspetto sul quale riflettere. Siamo la squadra che in serie A ha tirato maggiormente in porta. Le nostre conclusioni però sono spesso fuori dallo specchio o molli. Così primi tempi come quello di stasera o con l’Atletico, che si sarebbero dovuti chiudere in netto vantaggio per il gioco espresso, sono stati preludio di cocenti sconfitte. La fase offensiva nel secondo tempo è stata affettata con continue palle buttate in area per il solo Pazzini che si è trovato costantemente a battagliare con i colossi bianconeri. Sarebbe stato meglio giocare palla a terra? Forse sì, oppure buttare nella mischia Petagna, ma con questo giocatori probabilmente non è possibile. Alcuni sono l’ombra di sé stessi mentre altri, vedi i tre subentrati (Saponara, Robinho e Honda), sono impalpabili. È mancata la determinazione, problema che c’era anche con Allegri. Insomma cambiando i fattori i risultati, con le grandi, non cambiano…