Nessuna delle due squadre aveva due risultati utili. La sconfitta e il pareggio avrebbero allontanato pressoché irrimediabilmente dagli obiettivi scudetto e Champions. Una sconfitta casalinga peraltro avrebbe fatto traballare anche la qualifica per l’Europa che conta.
La partita è stata molto tattica e bloccata nei primi 45 minuti. L’arbitro Di Bello estrae subito due gialli a Locatelli e Leao. Poi cambia metro di giudizio e non ammonisce più. Spesso nei 90 minuti ho avuto la sensazione che le chiamate venissero guidate dalla regia. Fischi e decisioni poco puntuali anche se nessun errore grave.
La partita si gioca a centrocampo dove Tonali e Krunic se la vedono con Locatelli d Bentancur. Calabria tira due volte senza cogliere lo specchio e dalla combinazione Leao – Messias – Ibra – Leao, con parata non complicata di Szczesny, arriva l’unico tiro in porta delle due squadre nei primi 45 minuti.
Ibra esce per infortunio alla mezz’ora e la squadra ne beneficia. Lo svedese è oramai troppo statico, meglio Giroud.
Nella ripresa il Milan cresce. Bennacer entra in campo e dimostra subito ottima intensità. Pioli inserisce anche Saelemaekers per un pallido Messias. Krunic viene avanzato sulla trequarti al posto di Diaz, Pioli non rinuncia al “peso”. Il Milan conclude in diverse occasioni ma sempre centralmente. Tre le conclusioni nello specchio, zero le palpitazioni. A un quarto d’ora dal termine Pioli mette in campo Rebic, per un evanescente Leao, e Florenzi per l’ottimo Calabria, che probabilmente non ha ancora i 90 minuti. Manca un quarto d’ora alla fine, Pioli ha finito gli slot. La Juve non ha mai tirato in porta, due campanelli d’allarme.
Con il passare dei minuti le due squadre sperano in una giocata e stanno attente a non subire. Il Milan prova a tenere la pressione alta nella metà campo bianconera mentre la Juve punta sulle ripartenze, marchio di fabbrica allegriano. Kalulu e Romagnoli sono attenti in marcatura. I nostri fanno qualche errore di troppo nell’ultimo passaggio. La partita, noiosa, finisce a reti inviolate per la paura di perdere che ha prevalso su quella di vincere. Pioli ha detto che gennaio non è un mese determinante. Ha detto così anche in avvicinamento allo scontro con la Juve. Intanto l’Inter è avanti di 7 punti, perché penso che a Bologna vincerà. Domenica c’è il derby, per me il match point del campionato. Vedremo chi avrà ragione, intanto stiamo vivendo un copione già visto…
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