L’antipasto pomeridiano era stato gustoso. Pareggio interno della Juve e possibilità, in un solo colpo, di poter andare soli in testa e stroncare le velleità di recupero dei cugini. Il primo tempo ha visto il Milan fare la partita e l’Inter ripartire. In fondo le modalità di gioco delle due squadre erano evidenti ben prima del fischio d’inizio. L’Inter però, e si sapeva anche questo, ha giocatori in grado di far male in qualsiasi momento. Nei primi 45 minuti un paio di occasioni per entrambi e un gol annullato a Motta per il fuorigioco, non passivo, di due compagni. Per i rossoneri traversa di Van Bommel e qualche situazione potenzialmente pericolosa ma sfruttata male. La ripresa è iniziata sulla stessa inerzia del primo tempo sino a quando Zanetti è partito sulla destra, Zambrotta si è fatto saltare facilmente a centrocampo e non ha fatto fallo, Van Bommel non c’è riuscito e Abate ha commesso un errore fatale che ha portato al gol di Milito. A quel punto i nerazzurri hanno ulteriormente potuto difendersi e ripartire. La sostituzione di Zambrotta per Robinho, con arretramento di Emanuelson, ha confermato sia le difficoltà dell’ex azzurro che l’impalpabilità dell’ex Ajax in un ruolo dove si dovrebbe fare la differenza. Ennesima prova non superata anche se per Allegri Urby ha giocato una buona gara. Bocciatura anche per Pato che ha sofferto tutta sera la marcatura attenta dei difensori nerazzurri. Molle il papero ma anche messo poco in condizione di far male. A El Shaarawy sono stati concessi solo gli ultimi minuti ma il giovane ha confermato che meriterebbe maggiori spazi. Qualche occasione per pareggiare c’è stata ma evidentemente non era serata. Se si vuole recriminare qualcosa si sono fatte sentire le assenze a centrocampo.  I nerazzurri così sono stati rimessi in corsa con una carica morale extra e la Juve si è trovata da sola al comando. Il cammino per lo scudetto è ancora lungo ma abbiamo sprecato un set point.