“Sei già in clima partita? Stai calmo!” recita un sms che mi è arrivato poco prima del match. La mia risposta ha preoccupato: “Non mi arrabbio, sono rassegnato”. La formazione di partenza la diceva lunga. Emanuelson a fare il trequartista e Van Bommel a dettare i ritmi della manovra. Negli anni passati, quando Pirlo veniva incontro, il compagno sistematicamente gli consegnava la palla. Oggi Nocerino, non certo uno dai piedi fini per quanto volenteroso, faceva lanci lunghi. Ibra si abbassava talmente tanto che poteva fare il terzino o il Pirlo. Il gioco latita e l’unico che cerca i giocare a un tocco è El Shaarawy, l’escluso della scorsa settimana. Al decimo del primo tempo c’era un rigore per il Genoa per un muro di Nesta. Lo schema classico del Milan è lancio lungo e speriamo che accada qualcosa. In attacco però spesso non c’è neanche Ibra. I terzini spingono poco e quando lo fanno sono imprecisi nei cross. Per cambiare fronte di gioco ci vogliono 10 passaggi e le verticalizzazioni sono affrettate e imprecise. Nessuno salta l’uomo e non c’è intesa. L’emblema della confusione? Al 44mo Ibra e El Shaarawy battono in fretta un corner con scambio corto senza esito ma neanche compagni in area. Dopo cinque minuti del secondo tempo Allegri ricorre ai cambi. Dentro Cassano e Boa per Van Bommel e El Shaarawy. Il centrocampo è inesistente. Emanuelson è un fantasma, Muntari davanti alla difesa lascia il tempo che trova, Nocerino non ha le doti tecniche del costruttore di gioco. Cassano fa la punta centrale dopo aver iniziato largo. Ibra gira alla larga e Boateng fa l’ala. Jankovic stupidamente atterra Abate lasciando il Genoa in 10. I centrocampisti non entrano e Urby al 28 invece che battere un angolo da destra torna a centrocampi lasciando fare a Ibra! Ma si può sapere cos’ha fatto Aquilani per non giocare?! A 10 dal termine esce Antonini per Maxi Lopez che, facendo la punta, permette a Cassano di fare il suggeritore. A quel punto lo schema diventa traversoni e cross in area da qualsiasi posizione. Su uno di questi arriva il gol di Boateng ma la Juve sta vincendo a Cesena grazie al gol di Borriello. I problemi, oltre alla Juve che difficilmente farà passi falsi, è la condizione penosa fisica e di gioco. Con il Genoa, una partita da vincere, abbiamo segnato in superiorità numerica e non abbiamo subito un rigore sacrosanto. Pensiamo alla prossima stagione sperando che il presidente scelga l’allenatore.