Alcune persone sostengono sarebbe meglio tornare alla serie A con 18 squadre. Non so se sarebbe la cosa migliore, seguire quello che fa la Bundesliga, o rimanere a 20 come in Premier o in Spagna. Certamente ce ne sono alcune che non hanno un livello di gioco degno della serie A. Il Chievo Verona, in questo momento, è una di quelle. A San Siro i veronesi, pur privi di quattro titolari, non hanno mai messo in discussione l’andamento della partita. Il Milan ha creato numerose occasioni sin dai primi minuti di partita. Diversi i giocatori che si sono resi pericolosi, anche sciupando clamorosamente come avvenuto a Bonaventura intorno al minuto 20.
La partita è stata dapprima sbloccata, e sette minuti dopo chiusa, da Higuain imbeccato in entrambe le occasioni da Suso.
Raggiunto il doppio vantaggio il Milan però ha smesso di giocare lasciando il pallino al Chievo. È qui che si sono visti i limiti dei veronesi, mai realmente pericolosi. La ripresa è iniziata, per i primi cinque minuti, allo stesso modo. A quel punto il Milan ha ricominciato a far girare la palla più velocemente tornando ad essere pericoloso. Al 58 è arrivato il terzo gol su tiro deviato di Bonaventura.
I tre gol di vantaggio hanno creato un appagamento pressoché totale. Il Milan però, invece di gestire la partita in modo attivo (vedi Juventus ieri) si è preso delle pause con relative distrazioni. Da una di queste, con Zapata il maggior inquisito (e chi se no?) e Kessie co responsabile, è arrivato il gol di Pellissier, probabilmente all’ultima apparizione a San Siro. Onore a Sergione, un grande professionista.
La partita prosegue a ritmi blandi. Il Milan non rischia nulla, complice la pochezza del Chievo, né crea occasioni nitide da rete. I tre punti, fondamentali oggi, avvicinano i rossoneri alla virtuale zona Champions.
Ora la pausa che dovrebbe rendere disponibili Romagnoli, Caldara e Conti. Il Milan continua a giocare bene ma prende gol (13 partite consecutive senza rete intonsa). Al rientro ci sara il derby che stabilirà il livello raggiunto e chiarirà le ambizioni.