Qui non si tratta solo di una prestazione penosa, persino peggiore del derby. Si tratta di capire cosa sia successo.
Andiamo con ordine. Gattuso nella partita che avrebbe potuto chiudere il discorso qualificazione fa un bel turnover. Ci può stare. Diamo minutaggio a chi ne ha bisogno e chance a chi gioca meno. Ora, visto com’è andata, forse, esperimento per esperimento, si sarebbe potuto giocare con due punte dall’inizio. Ma così è.
Gattuso lancia il platinato Borini sulla sinistra, Castillejo a destra con Higuain solitario in mezzo. Rifornimenti per il 9: zero. Tiri in porta: zero. Ma ce di peggio. Il peggio ha il numero 14 sulla schiena e gioca nei tre a centrocampo con Biglia e Bonaventura. Il nome è Bakayoko, ma si legge imbarazzo. Non si tratta solo di forma, ma di terrore. Non si fa mai vedere, quando prende palla non sa che farsene e per di più passeggia. Direi che con questa sera le sue chance sono esaurite.
Il Milan va sotto nel primo tempo. Zapata lascia crossare, Romagnoli è in ritardo, Reina non la piglia e così Sanabria porta avanti il Betis.
È il minuto 30. Lecito pensare: “ora si sveglieranno”. Invece è proprio questo il mistero. Non si svegliano, continuano a venire sovrastati fisicamente e moralmente incapaci di qualsiasi reazione. Inoltre il Betis poterebbe aumentare il vantaggio. Sfiora un gol annullato per fuorigioco e con Reina uscito dall’area che intercetta tra petto e gomito.
Arriva la ripresa e, sarebbe lecito attendersi un cambio di ritmo. Gattuso toglie i bocciati, Borini e Bakayoko, inserendo Cutrone e Suso. Ora, da come si sistemano in campo si capisce che le idee del mister non sono proprio chiarissime. Cutrone e Higuain in avanti, non vicinissimi. Poi dapprima Suso a destra e Castillejo a sinistra con Bonaventura a fianco a Biglia a fare da frangiflutti. Di fatto non tutti nel proprio ruolo e infatti, arriva il raddoppio con tiro di Lo Celso, indisturbato e bravo a concludere dal limite.
È il minuto 9 del secondo tempo. Gattuso cambia ancora. Porta Castillejo a destra nei tre di centrocampo e trasforma in 4-3-3. Dopo poco Suso arretra andando a fare l’esterno di centrocampo, 4-4-2. Insomma un gran minestrone nel quale nessuno capisce niente!
Il nocciolo però è un altro. Non c’è reazione. Probabilmente il messaggio della Curva non è arrivato. “Per questa magli fino alla fine deve essere battaglia”. Qui non ci sono neppure le schermaglie, altro che battaglia. Cutrone si sbatte, Higuain nervosissimo manda a quel paese tutti, avversari, arbitro e qualche compagno.
Castillejo coglie un palo. Forse qualcosa cambia ma è terribilmente tardi. Arriva anche il gol di Cutrone, e chi se non lui, ma siamo a sette dalla fine. Il Milan fa quello che avrebbe dovuto fare all’inizio. Pressa, seppur disordinatamente, recupera palloni e prova a giocarli con un pizzico più di velocità. Ci sarebbe anche l’occasione per pareggiare quando Castillejo viene atterrato. Rigore clamoroso che l’arbitro fa finta di non vedere. Probabilmente non sarebbe stato neppure giusto pareggiare. Perché tanto le spiegazioni non sarebbero arrivate alla domanda che ci si fa dal primo tempo: cosa è successo?
Dove sono la mentalità, il gioco e la voglia di onorare la maglia? Non discuto ora le qualità come allenatore di Gattuso, probabilmente ancora acerbo. Quello che non capisco è perché questo stato di rinuncia. C’è sotto qualcosa che non sappiamo? Progetti diversi per la panchina? Eppure il gruppo sembra coeso attorno al mister. Certo che così lui sarà il primo ad essere sacrificato. Nell’aria resta il sogno Conte o, probabilmente solo per me, anche Donadoni.