La musichetta ha funzionato solo in parte. Il Milan con l’abito da sera ha fatto il massimo e solo una sorte beffarda ha trasformato una gara meritevole di vittoria in sconfitta. La differenza tra le due squadre non si è vista e questo può consolare i detrattori del campionato italiano. La prima classificata spagnola non è stata superiore alla nona del torneo nostrano. Seedorf ha stravolto il modulo messo in mostra sinora e il 4-4-2 ha dato maggior equilibrio alla squadra. Una pecca? A mio avviso la solita ovvero Pazzini in panchina. Kakà ha formato la coppia d’attacco con Balotelli. Però Ricky, ahimè, non è più nemmeno l’ombra del giocatore di un tempo. Nella prima frazione si è applicato cogliendo una traversa e tirando un piattone leggermente alto da dentro l’area. Un altro legno, su colpo di testa di Poli, ha strozzato in gola l’urlo gol ai quasi 66mila presenti sugli spalti. Sin qui nulla da eccepire con il Milan che meritava almeno un paio di gol di vantaggio.
Nel secondo tempo la squadra ha rallentato creando meno. Qui forse l’esperienza avrebbe potuto suggerire a Seedorf che in una serata dove la palla non entra e i ritmi scendono il rischio di una beffa è nell’aria. Seedorf però si è ben guardato dall’inserire Pazzini e quando lo ha fatto è stato per Balotelli infortunato. Paura di vincere o voglia di accontentarsi di un pareggio a reti inviolate e così, puntuale, è arrivata la lezione. Su calcio da fermo con amnesia della difesa e gol di Diego Costa che ha chiuso il discorso qualificazione. Forse con questi uomini non si poteva fare di più. In fondo in panchina non c’era neppure un centrocampista però quello che non mancavano erano gli attaccanti e noi, caro Clarence, non ne abbiamo visti 5 come hai detto ma solo uno e mezzo. A scala quaranta puoi essere sfortunato ma una certezza è che quando ti tieni i jolly in mano va a finire che li paghi e per noi stasera è stato così. Gli altri hanno chiuso e noi abbiamo perso la mano.
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