Quando ero bambino le squadre erano composte da un quindicina di giocatori con un paio di stranieri. L’ossatura dei team era ben definito, con bandiere intoccabili e un numero limitato di entrate e uscite. Oggi il calcio mercato ha assunto una connotazione propria, dilatandosi per 365 l’anno, come un vero e proprio gioco nel gioco.
Giornali ed emittenti TV ci vanno a nozze, anche alimentati da post social messi in modo tutt’altro che casuale. Parola d’ordine audience.

In tutto questo c’è un aspetto che non mi è chiaro: la consecutio degli eventi. La mia logica banale mi consiglia: scelgo un allenatore e i dirigenti e con essi imposto una campagna acquisti/cessioni in base a un piano ben definito. La strategia dovrebbe seguire l’idea di gioco del tecnico e le pedine inserite, stilate in base a un indice di gradimento, le abilità dei dirigenti.

Ora, mi sembra insensato che squadre, specie le più blasonate, non agiscano in seguendo questo schema. Vi immaginate un rosa con due punte per la Juve di Sarri o una difesa a tre per Giampaolo? Certo, i grandi tecnici si sanno adattare a qualsiasi schema ma è fuori dubbio che ne abbiano uno preferito e collaudato. Assodato quindi che nessun grande team stia muovendosi senza indicazioni chiare, perché non vengono annunciati i tecnici prima e i giocatori a seguire? Al Milan sono state date per fatte le operazioni Krunic dall’Empoli e Veretout dalla Fiorentina. Senza entrare nel merito dei nuovi acquisti (8 e 25 milioni) chi ha dato le indicazioni a Maldini?