La semifinale di andata a Roma, specie per il momento nel quale è arrivata, era un’occasione unica. La Lazio ampiamente rimaneggiata è parsa subito impaurita in attesa. L’atteggiamento del Milan in compenso le ha dato fiducia. Rossoneri L enti, compassati e bassi ad attendere una Lazio che di far gioco non ne aveva proprio voglia. Dopo 25 minuti di pseudo studio, i romani hanno provato a combinare qualcosa. Più che altro abbiamo assistito a qualche tiro da fuori con Donnarumma sempre sulla traiettoria.
Gattuso ha iniziato con il 4-4-2 con Suso largo a destra che tornava poco e poteva spaziare. Con il passare dei minuti anche lo spagnolo si è abbassato lasciando il solo Piatek davanti. Kessie è passato a sinistra con Paquetà a destra ma l’intesa del brasiliano con Calhanoglu non è la stessa con Suso. Il Milan non ha mai costruito una sola azione, rifugiandosi nei soli lanci lunghi. L’uscita di Kessie con l’inserimento di Calhanoglu non ha modificato l’assetto perché, causa la presenza di Borini largo a sinistra, turco e brasiliano sono rimasti lontani.
Nella ripresa la solfa non cambia. Ritmi bassi e nessun pressing. Quando i difensori della Lazio hanno palla il più avanzato, Piatek, è sulla nostra trequarti. Gli altri tutti più indietro. Anche in fase di costruzione le cose non cambiano. Pochi i movimenti senza palla e qualità scadente, specie con il duo Laxalt – Borini lontano da quello visto contro il Napoli.
Suso continua a fare lo spettatore. Gli esterni della Lazio continuano a spingere mentre i nostri sono bloccati. Borini è bassissimo e Calabria scende poco. Ci si chiede se il Milan sia sornione, nell’attendere il momento giusto per colpire, o solo rinunciatario. È il risultato a rispondere alla domanda. Maggior possesso palla e nessuna occasione creata in 90 minuti la dicono lunga sull’atteggiamento. Di fatto il Milan non ha mai corso grandi pericoli, le conclusioni laziali infatti sono sempre arrivate da lontano. A mio avviso, con la regola del gol che vale doppio in trasferta e la Lazio rimaneggiata, il Milan avrebbe dovuto provare a segnare. Invece la sensazione è che Gattuso abbia puntato al pareggio preoccupandosi di non subire reti e sperando in un episodio favorevole. Così non è stato ed ora si dovrà attendere fine aprile per il ritorno. Un tempo infinito, troppo a mio avviso, che potrebbe trovare squadre molto diverse da questa sera.