Il Milan arrivava al derby da sfavorita. Tanta differenza in classifica e nella rosa.
Entrambi gli allenatori hanno fatto pretattica ipotizzando una punta con il trequartista. Entrambi si sono affidati ai due attaccanti. Il Milan con il tradizionale 4-4-2 mentre l’Inter a tre dietro. Inizialmente Young resta bloccato nella linea di difesa e Candreva rientra poco.
Pioli ha chiesto 10 giocatori con lo sguardo di Ibra. Una donna però può avere degli occhi ben truccati ma il fisico non può cambiare in una settimana. Pioli ha messo in campo la miglior formazione possibile anche perché la panchina è da brividi. Il ritorno di Bennacer a centrocampo è una manna così come, superfluo dirlo, Ibra in avanti.
Il Milan parte benissimo. Linea difesa – centrocampo corra con Ibra a fare da terminale offensivo e allungare la squadra. Rebic gioca a sinistra sulla corsia di Hernandez. I due funzionano bene, dialogano e sono pericolosi. Calhanoglu si butta tra le linee con libertà di svariare. Poco prima del decimo un suo tiro è fermato dal palo a Padelli battuto. In una partita dove le occasioni non dovrebbero essere tantissime un pizzico di fortuna non farebbe male. L’Inter pare intimorita ma poi si rende pericolosa su calcio d’angolo. In fondo il gioco di Conte è oramai noto. Palle in mezzo per i giganti.
In fase di costruzione l’Inter fatica perché Brozovic viene marcato a uomo da Calhanoglu. In compenso Lukaku è pazzesco. Inamovibile, difficile da anticipare e veloce. Romagnoli fa il possibile ma il belga al 25 arriva sino sul fondo mettendo una palla per Vecino ben parata da Gigio.
Rebic mette spesso in difficoltà Godin e le conclusioni fioccano anche se c’è sempre qualche nerazzurro che si immola e respinge. Succede su Rebic, Ibra, Calhanoglu e Kessie. Il Milan domina in campo e la superiorità si concretizza al minuto 40 quando un cross trova la sponda di testa di Ibra per Rebic che appoggia in rete. Pochi minuti dopo, proprio prima dell’intervallo, il sogno più bello diventa realtà con Ibra che appoggia in rete di testa su calcio d’angolo!
Andare al riposo con due reti di vantaggio è sicuramente piacevole ma non una certezza. Conte non cambia niente negli uomini e neppure nel modulo. I tre difensori interisti sono concentrati su Ibra e così Castillejo, Rebic e Calhanoglu hanno maggiori spazi. Inoltre Bennacer è spesso libero intercettando molte palle lunghe. L’Inter non fa nulla di particolare ma, come avvenuto spesso nel corso della stagione nerazzurra, arrivano gli episodi favorevoli. Brozovic trova un gol dal limite con tiro al volo e, un minuto dopo è Vecino a riportare il risultato in parità. Uno dei giocatori più criticati e discussi è stato decisivo in un altro derby. Dal vivo il gol sembrava viziato da fuorigioco. Il Milan ha avuto la colpa di abbassarsi dopo il gol del 2 a 1 ma certamente la punizione è stata eccessiva.
Il pareggio in due minuti avrebbe ucciso chiunque, invece il Milan si è rimesso a giocare tenendo la palla. Sono cambiate però le certezze. I passaggi sono divenuti più timorosi mentre l’Inter si è rivitalizzata trascinata da un San Siro rinato. Il Milan gioca meglio ma è ancora l’Inter a colpire. Lo fa ancora una volta da calcio d’angolo, marchio di fabbrica di Conte, di Candreva per De Vrij. Poco gioco e palle buttate lunghe e dentro per i giganti, questo è Conte. Il risultato però è quello che conta è seppur le statistiche dicono Milan è l’Inter ad essere in vantaggio. Se il gol del pareggio era stato pesante da digerire, quello dello svantaggio risulta fatale. Pioli prova a cambiare qualche pedina. Leao, Paquetà e Bonaventura per Castillejo, Kessie e Rebic. Come detto, quella messa in campo inizialmente era la miglior formazione possibile. Questa incide poco ma ciononostante sul finale arriva l’occasione sulla testa di Ibra ma il palo, propri come in apertura, ci nega la gioia del gol. Sull’altro fronte, a pochi secondi dalla fine, con un’occasione identica, Lukaku non sbaglia ponendo il sigillo alla vittoria nerazzurra.
Un successo frutto del carattere e di grandi individualità. Almeno questa volta Conte non dovrà chiedere nuovi giocatori.
Parlando delle cose di casa nostra, deve rimanere ben impressa la prestazione, la migliore della stagione. Non solo nei primi 45 minuti. È vero, abbiamo preso quattro gol, ma abbiamo fatto la partita per lunghi tratti. Giocando in questo modo le vittorie arriveranno e, vista l’incostanza dei diretti pretendenti all’Europa, l’obiettivo del ritorno alle partite infrasettimanali è raggiungibile. La formula con Ibra terminale offensivo e tre giocatori dietro di lui, che Pioli ha usato spesso in carriera, può essere vincente.