Fiorentina – Milan 2-1: non era facile…

No, non era la trasferta di Firenze a non essere facile. La cosa difficile era perdere questa partita ma il Milan ci è riuscito. La Fiorentina era stanca e ha giocato solo per 10 minuti su 90, ma tanto sono bastati. Nel primo tempo hanno sbagliato il gol Honda prima e Menez dopo. Il Milan […]

No, non era la trasferta di Firenze a non essere facile. La cosa difficile era perdere questa partita ma il Milan ci è riuscito. La Fiorentina era stanca e ha giocato solo per 10 minuti su 90, ma tanto sono bastati. Nel primo tempo hanno sbagliato il gol Honda prima e Menez dopo. Il Milan ha fatto la partita ma tante potenziali occasioni sono state vanificate da imprecisione o scelte sbagliate. La Fiorentina ha avuto l’occasione più pericolosa ma la traversa ci ha salvato.

Nella ripresa i viola sono partiti meglio ma al decimo è arrivato il gol di Destro, su tiro sbagliato di Bonaventura. Un gol da opportunista, un gol alla Inzaghi e chissà che il tecnico ora non lo promuova a titolare inamovibile. Il Milan dopo il vantaggio ha iniziato ad abbassarsi al punto che anche Menez si è messo a disposizione della squadra facendo il terzino, con risultati peraltro scadenti. La Fiorentina ha continuato a buttare in area palloni sempre più insidiosi e le ripartenze rossonere sono state sempre più sporadiche. Ad un certo punto pure Mexes è andato da Inzaghi avvisandolo che andando avanti così sarebbe arrivato un gol. Cerci è entrato a un quarto d’ora dalla fine. È stato lui il primo cambio d’Inzaghi. Il pronostico di Mexes è stato disatteso poiché il Milan ha preso non uno bensì due gol, entrambi di testa, vero marchio di fabbrica della stagione. La partita è finita, 2 a 1 per i viola.

Questa serata rispecchia fedelmente la stagione. Inzaghi non riesce ad intervenire a partita in corso. Il Milan, senza le rimonte subite, sarebbe ai primi posti della classifica. Il problema maggiore delle grandi squadre, normalmente, è nello sbloccare le partite. Il Milan lo ha fatto spesso ma poi nei secondi tempi è stato rimontato e superato quasi sistematicamente. A volte per scelte disastrose, come l’inserimento di difensori al posto di attaccanti. Altre per immobilismo, con cambi tardivi. Spesso per incapacità nel trasmettere adrenalina che in campo si trasforma in attenzione nella fase difensiva o linee che non si schiacciano arretrando. Sempre per non aver mai avuto la volontà di provare a chiudere i match. Seppur la sconfitta a Firenze ci può stare, e non può essere la goccia che fa traboccare il vaso d’Inzaghi, è chiaro che la sua avventura come allenatore del Milan sia finita. Se non verrà cambiato prima del termine della stagione sarà per la mancanza di alternative, anche se per avere Donadoni e fare un progetto serio, basterebbe probabilmente una telefonata, magari del Tasso.

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