Quella di Verona era una trasferta da vincere per garantirsi il vantaggio sulle inseguitrici alla vigilia del derby. La vittoria è arrivata senza entusiasmare, così come successo sette giorni fa con il Sassuolo.
Un primo tempo imbarazzante e purtroppo non il prima ma un copione già visto diverse volte nell’ultimo mese. Il Milan approccia male la partita e regala letteralmente 45 minuti. La sensazione è quella di attendere che capitino delle occasioni per segnare e poi, con la super difesa, portarla a casa. Il Milan crea un cross per Piatek e un’imbucata per Kessie. Questo tutta la fase offensiva del primo tempo. Eppure, nonostante la mancanza di merito, il vantaggio arriva su punizione di Biglia. Il Chievo non fa nulla di particolare. È una formazione lontana da quella degli scorsi anni, che peraltro non ci creò problemi. Gattuso aveva predicato calma e attenzione ventilando la pericolosità della trasferta. Il Milan nei primi 45 minuti ne ha messe troppe.
La ripresa inizia allo stesso modo sino a quando Gattuso, dalla tribuna per essere stato allontanato, toglie uno stanco Paquetà per il neo papà Calhanoglu. La mossa è duplice perché sposta a destra Castillejo che meglio dialoga con Suso. Sia chiaro, il Milan non sciorina gioco, ma torna in vantaggio con Piatek. Il polacco, tra Genoa e Milan, è stato spesso letale per le piccole squadre. L’ingresso di Calhanoglu porta anche alla novità dei cambi di gioco. La palla inizia a essere sventagliata da sinistra a destra con il Chievo, ovviamente, che fatica a muoversi velocemente tenendo le marcatura. Il Milan ha un’ottima occasione al 30mo ma Kessie spreca clamorosamente. Il Milan di fatto ha controllato la partita senza rischiare nulla. È mancata la determinazione e forse la forza per cercare il terzo gol ma l’obiettivo è stato raggiunto. Ora il derby dove servirà un’altra partita ma le motivazioni, che spesso determinano le energie, dovrebbero essere diverse.