Ritiro o non ritiro quella di Barcellona resta una trasferta fuori dalla nostra portata. Il centrocampo delle riserve del Barcellona nel Milan sarebbe titolare inamovibile. Tasse, fatturati, stadio, campioni, stipendi e chi più ne ha più ne metta. Tra le due società e le due squadre c’è un abisso. Allegri ha deciso di giocare con il 4-4-2 con le linee del centrocampo e la difesa vicinissime. Il centrocampo si schiaccia talmente tanto che il Barcellona fa sua ogni respinta. Nel primo tempo in compenso il Milan prende due gol in due modi da evitare. Il primo su rigore causato da una trattenuta sciocca di Abate su Neymar che è un noto tuffatore. Il raddoppio arriva su colpo di testa scaturito da calcio da fermo. Strano? Beh, per i blaugrana sì. Al Camp Nou non battono neppure i calci d’angolo con palla alta in mezzo per la pochezza del gioco aereo. Si vede che qualcuno ha avvisato che l’abilità della difesa del Milan sui calci piazzati fa di qualunque pallone alto un’insidia letale. Poco conta che forse Busquets fosse in fuorigioco. Quello che disarma è che tre giocatori fossero liberi di colpire a rete. Assurdo. Kakà nella prima accelerazione degna di nota trova l’autogol che lascia accese le speranze. L’uscita di Robinho, assente ingiustificato in campo, conferma che Allegri un errore lo ha commesso anche stasera facendoci giocare in 10 uomini per tutto il primo tempo. Nella ripresa il Milan resta in partita e le due squadre hanno l’occasione di segnare. Lo fa il Barcellona, che ha avuto più chances,
Ora vedremo cosa succederà nel weekend al Bentegodi contro il Chievo. Lì capiremo se il ritiro, le critiche e il vento di cambiamento hanno sortito una reazione oppure bisogna cambiare in fretta prima di affondare del tutto.