Il Milan allunga la striscia dei risultati positivi. Lo fa in trasferta a Bergamo in uno scontro diretto per la Champions contro una squadra tra quelle che esprimono il miglior gioco e che hanno detto la loro con tutte le grandi, perdendo solo con il Napoli.
L’Atalanta inizia forte ma crea pericoli solo su calci da fermo. Ilicic, che viene incontro da seconda punta, e Gomez hanno libertà tra le linee. In particolare Bakayoko inizialmente ha difficoltà a tenere il passo del furetto atalantino mentre lo sloveno svaria e ha giocate che possono diventare letali.
La partita viene giocata su ritmi alti con le due squadre che si alternano nel fare gioco. Parte meglio la Dea ma poi è il Milan ad essere più concreto. Kessie sbaglia due occasioni, una di piede con tiro alto e l’altra, clamorosa, di testa libero a pochi metri dalla porta.
I due spaventi condizionano la fluidità della manovra atalantino e il Milan tiene in mano il pallino del gioco per una ventina di minuti.
Poi l’episodio. Ilicic prende palla al limite, entra sino alla linea di fondo. Rodriguez, che ha perso il passo, va in scivolata pensando al cross di destro. Viene uccellato perché il 72 nerazzurro la mette sul dischetto del rigore dove arriva Freuler. Donnarumma sfiora il miracolo ma la palla sbatte sul palo ed entra.
A quel punto il Milan ne risente psicologicamente. Non arrivano occasioni da nessuna delle due parti sino a quando Rodriguez, a pochi secondi dalla pausa, mette un traversone dalla trequarti che il Pistolero trasforma in oro. Girata al volo da grandissimo centravanti per senso della posizione, tempismo, coordinazione, movimento ed esecuzione.
Nella ripresa i ritmi diminuiscono, forse anche per il peso del valore della sconfitta. Al decimo l’episodio che potrebbe cambiare la stagione del Milan e di un uomo. Calhanoglu, uno dei giocatori più in difficoltà e ben voluto dallo spogliatoio, raccoglie una respinta e, finalmente, dopo un’infinità di tentativi, trova il destro letale. L’abbraccio di tutti i compagni sottolineano l’unità di questo gruppo. Passano sei minuti e proprio dai piedi del turco arriva l’assist che fa cadere un altro taboo: gol su corner di testa assente da marzo dello scorso anno. Calhanoglu disegna e Piatek risolve. 3 a 1 con ottime sensazioni, specie guardando le statistiche per la miglior difesa europea: da dicembre solo 4 gol subiti in campionato, cinque dopo quello di Freuler.
L’Atalanta continua a fare il proprio gioco ma il morale influenza l’incontro. Il Milan difende con ordine, a dire il vero a volte lasciando qualche spazio di troppo, e con il passare dei minuti la convinzione dei bergamaschi si riduce. Cutrone entra al posto di Piatek e Castillejo subentra a Suso. Lo spagnolo è la nota stonata della sinfonia rossonera a Bergamo. Sempre lo stesso movimento, mai un passaggio illuminante e spesso in difficoltà in fase di ripiegamento. Questa sera va bene così ma Suso deve dare di più.
La vittoria a Bergamo ha un peso pazzesco. I motivi sono numerosi: si trattava di uno scontro diretto e si è giocato contro una delle squadre più belle della serie A su un campo difficile dove sono state fermate Inter, Roma e Juventus. Giusto per dirne qualcuna.
Un altro aspetto che balza agli occhi è la differenza di approccio e l’unione del gruppo. Non vorrei essere ridondante ma la partenza di Higuain è stata un bene. Non solo per i gol di chi ha preso il suo posto, facile questa disamina, ma per come gioca la squadra con il polacco là davanti.
Ora Gattuso deve riuscire ad ampliare i giocatori che vengono utilizzati. Certo, ha molte certezze ma Conti, Biglia e presto Caldara dovrebbero venire utilizzati perché un gruppo di 15/16 giocatori è meglio di 11.