Sempre a proposito della direzione in cui sta andando lo sport, di cui parlavamo un paio di post fa. L’ultima innovazione proposta arriva da Sebastian Coe, presidente dell’atletica mondiale e candidato alla successione di Bach nelle elezioni per il Comitato Olimpico Internazionale.

Chi come me non è più giovanissimo probabilmente ricorda il Coe atleta: nel mezzofondo è stato uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, e le sue vittorie gli hanno portato anche il titolo di baronetto. Evidentemente anche da dirigente non riesce a stare fermo, visto che in questi anni ha portato idee nuove senza soluzione di continuità, per ammodernare uno sport che in realtà non ne avrebbe bisogno, anzi: se c’è una fatica che ha un legame con la storia e anche con il mito, è quella dei ragazzi dell’atletica leggera.

Ma evidentemente Coe la pensa diversamente, se sta valutando un’idea emersa nell’ultimo consiglio di World Athletics che si è tenuto a Montecarlo, insieme con il Gala che ha premiato gli atleti dell’anno (tra i quali il nostro Furlani).

Coe deve aver preso ispirazione dalle gare di…cyclette, o meglio di ciclismo sui rulli (dai quali comunque sono usciti il nostro Vergallito e l’australiano Jay Vine), e a quelle del canotaggio indoor. E ha parlato in consiglio della possibilità di istituire i campionati mondiali di corsa sul tapis roulant. Non è detto che ci si arrivi, soprattutto se Coe dovesse essere eletto al Cio: dipende da chi ne raccoglierà l’eredità alla guida di World Athletics. Lo stesso Coe, parlando delle innovazioni che ha in mente, ha detto: «cambiare è difficile ma noi sappiamo come farlo. «È stato un anno fantastico per il nostro sport, con prestazioni da capogiro, una forte crescita e coinvolgimento dei tifosi, un’eccezionale copertura tv e mediatica e, naturalmente, la serie Netflix che ha portato l’atletica al centro dell’intrattenimento mainstream – ha spiegato Coe -. Abbiamo di nuovo raggiunto il primo posto tra le discipline olimpiche, e credo che il nostro sport sia più forte di quanto non sia mai stato: dobbiamo trarne vantaggio. Così nell’ambito del nostro nuovo piano strategico ‘Pioneering Changè, abbiamo aggiunto un quinto pilastro: l’innovazione».

Il direttore esecutivo Jon Ridgeon è convinto che un evento come il mondiale di tapis roulant possa portare solo benefici, perché aiuterebbe «a sviluppare la scena della corsa virtuale e a creare un prodotto per i milioni di persone che corrono sul tapis roulant nelle palestre di tutto il mondo. Sei un atleta sia se vai a correre per 30 minuti su un tapis roulant, sia se vinci una medaglia d’oro olimpica nei 100 metri. È tutta atletica».

Seguirà dibattito, come si diceva una volta al cineforum…