Ho conosciuto Vitali Klitschko nel 2009, ai Laureus Awards di Abu Dhabi. Si tratta di un premio di livello mondiale, presieduto da un mito come Edwin Moses, che raduna qualcosa come un centinaio dei migliori atleti di tutti gli sport, una volta all’anno. C’era gente di un valore sportivo pazzesco, noi avevamo Alberto Tomba e Giacomo Agostini, il meno titolato era Fabio Capello che allora guidava l’Inghilterra, giusto per farvi capire il livello medio.
Per i giornalisti, la perfetta organizzazione del premio aveva previsto una raffica di conferenze stampa, in pratica ogni giorno con un po’ di impegno si potevano fare anche dieci interviste, tutte di questo calibro.
Di due interviste conservo un ricordo speciale, al di là del materiale che raccolsi. Mika Hakkinen, ex pilota della McLaren, e Klitschko, che fu premiato per il ‘comeback of the year’, il ritorno dell’anno. Come pugile, sul ring: dice wikipedia che è considerato uno dei migliori pesi massimi della storia, e io non ho elementi per smentire questa affermazione, soprattutto se hai vinto il titolo mondiale in tre sigle diverse.
Bene, quel giorno davanti all’armadio ucraino (perché è veramente grosso, fidatevi), ascoltando le sue risposte a domande che spesso non erano incentrate sullo sport, ho pensato: questo di pugni ne deve aver presi pochi, è troppo intelligente. E non ho mai sentito un pugile parlare così bene, con questa proprietà di linguaggio (in inglese, peraltro). Lui e Hakkinen furono i soli a ringraziare i giornalisti presenti, salutandoli uno per uno. In Italia va già bene se non ci sfottono, di solito.
Che Vitali fosse destinato a fare cose diverse dalle scazzottate legali sul ring, lo dimostra il fatto che qualche anno dopo, nel 2014, Klitschko è diventato il sindaco di Kiev, la capitale dell’Ucraina, oggi sotto le bombe.
Uno potrebbe dire: vabbè, quanti sportivi ci sono che occupano ruoli politici perché hanno sfruttato l’immagine, e magari le vere decisioni le prendono altri, dietro?
Nel caso di Klitschko, prima lo sospettavo, oggi ne sono sicuro: non c’è nessuno, dietro. Perché di sicuro Vitali è uno che le sue responsabilità se le prende in proprio.
La foto di quello che sta facendo in questi giorni per difendere i suoi ‘elettori’ lo dimostra.
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