Il secondo candidato alle elezioni per il CIO, il comitato olimpico mondiale, si chiama Johan Eliasch e nei giorni scorsi ha incontrato, grazie all’organizzazione dell’AIPS presieduta dall’italiano Gianni Merlo, i giornalisti di tutto il mondo in una conferenza stampa a distanza. Ecco i punti salienti del confronto tra i giornalisti e il candidato anglo-svedese, che ha 63 anni e da sei mesi è il presidente della Federazione mondiale di Sci e Snowboard.
ATLETA. “Sono cresciuto con lo sport, era la cosa più importante per me da ragazzino. Ero un bravo atleta, sono arrivato ai massimi livelli nel curling e nel golf. Ho anche fatto calcio, hockey su ghiaccio, sci, tennis, corse automobilistiche e vela. Lo sport è una forza così ispiratrice che unisce le persone per trovare soluzioni costruttive in modo sempre pacifico e unificante.”
CAMBIAMENTO CLIMATICO. “Per gli sport invernali, il cambiamento climatico è potenzialmente una minaccia esistenziale. Il pianeta non è stato progettato per otto miliardi e mezzo di persone che vivono come noi, e dobbiamo accettarlo e agire. Se guardiamo ai Giochi invernali, c’è uno schema di rotazione nel quale credo, perché allora ridurremmo le sedi alle poche che le federazioni internazionali possono supportare attraverso le Coppe del mondo e i Campionati del mondo, quindi non abbiamo bisogno di creare sedi nuove. Per i Giochi estivi, a seconda di dove andiamo, dobbiamo essere innovativi con i calendari, ovviamente, in stretta collaborazione con le federazioni e altri eventi in modo da non avere sovrapposizioni. Ma dobbiamo essere flessibili. Dobbiamo mitigare e adattarci al cambiamento climatico. E abbiamo anche il dovere di essere una voce forte.”. Un giornalista norvegese, Halvor Ekeland, chiede a Eliasch come si combini questa dichiarata vocazione ambientalista con il fatto di volare spesso con jet privati: “So che dovremmo essere tutti consapevoli della nostra impronta di carbonio individuale, ma vivo secondo il principio che compenserò sempre più di quanto emetto. E non parliamo una o due volte. Nel mio caso, parliamo più di 10 volte. Quindi cerco sempre di pensare a ottimizzare i programmi di viaggio in tutto ciò che faccio”.
PARITA’ DI GENERE. “La mia opinione è molto chiara, senza se e senza ma. Lo sport femminile deve essere protetto a tutti i costi sulla base della scienza e dei fatti, non dell’ideologia o della trance. Ed è un fatto generalmente accettato che se sei formato come essere umano con il gene Y, non sei una donna. Per quanto riguarda l’uguaglianza di genere nello sport, il nostro obiettivo è avere premi in denaro uguali e anche una rappresentanza equa. Nella FIS ci siamo quasi e c’è una transizione dal 70-30 al 50-50, ci siamo molto vicini. Dobbiamo continuare su questa strada e questo comporta anche incoraggiare le donne a partecipare e anche a candidarsi per lavori importanti”.
PREMI IN DENARO. “Penso che le Olimpiadi siano un po’ diverse da tutti gli altri eventi. Le Olimpiadi si basano sui valori. Hanno iniziato solo con i dilettanti e poi si sono aperte ai professionisti e non ci sono mai stati premi in denaro. Ovviamente, se fai bene alle Olimpiadi, sei a posto per tutta la vita. Ci imbatteremo anche in problemi con i premi in denaro, con diverse federazioni che hanno aspettative diverse in termini di denaro. Alcune IF non saranno in grado di permettersi i premi in denaro. Quindi, credo che alle Olimpiadi non dovrebbero esserci i premi in denaro”.
GUERRA. “La mia posizione è chiara. Dobbiamo difendere la nostra neutralità a tutti i costi, come movimento. Gli atleti non possono scegliere dove nascere, quindi dobbiamo difenderli in modo che non vengano mai usati come armi per scopi politici. Credo che il programma individuale di atleti neutrali, che ha funzionato molto bene a Parigi, sia la strada giusta da prendere.”
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