Ventidue nuovi cardinali, Italia protagonista

ITALIA  protagonista del prossimo concistoro e timoniere nel conclave del dopo Ratzinger. Nel corso dell’Angelus Papa Benedetto XVI ha convocato per il 18 febbraio una nuova assemblea cardinalizia — la quarta dopo quelle del 2006, 2007 e 2010 — durante la quale porrà la berretta rossa sul capo di ventidue nuovi porporati. Si tratta di diciotto […]

ITALIA  protagonista del prossimo concistoro e timoniere nel conclave del dopo Ratzinger. Nel corso dell’Angelus Papa Benedetto XVI ha convocato per il 18 febbraio una nuova assemblea cardinalizia — la quarta dopo quelle del 2006, 2007 e 2010 — durante la quale porrà la berretta rossa sul capo di ventidue nuovi porporati. Si tratta di diciotto elettori nel prossimo conclave e di quattro cardinali ultraottantenni (Lucian Muresan, Julien Ries, Prosper Grech e Karl Becker). Dieci i prelati provenienti dalla Curia romana, mentre gli europei (sedici) battono il resto del mondo, con l’Africa a bocca asciutta.

Tra i cardinali freschi di nomina gli italiani sono i più rappresentati. Sette le porpore conquistate. Di queste sei premiano monsignori di Curia, a partire da Fernando Filoni, pugliese, classe 1946, e prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Durante gli anni della sua nunziatura apostolica a Bagdad (2001-2006) passò alle cronache, perché decise di non abbandonare il Paese dilaniato dalle bombe. Oltre a Filoni, saranno creati cardinali i curiali Antonio Maria Vegliò, Giuseppe Bertello, Francesco Coccopalmerio, Domenico Calcagno e Giuseppe Versaldi (gli ultimi due legatissimi al segretario di Stato, Tarcisio Bertone). Al fronte romano si aggiunge l’unico porporato proveniente dal ‘territorio’: l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori. Non ce l’ha fatta, invece, Rino Fisichella (presidente del Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione). Eppure il suo nome era dato quasi per certo.

Volgendo lo sguardo oltre confine, spicca la nomina di monsignor Timothy Dolan, sessantunenne arcivescovo di New York. Come Betori, anche il presidente della Conferenza episcopale americana, molto attivo nell’arginare le folate liberal di Barack Obama, entra nel club dei principi della Chiesa, nonostante il suo predecessore, anch’egli cardinale, non abbia ancora varcato la fatidica soglia delle ottanta primavere.

Con il nuovo concistoro si ridisegna anche l’assetto del conclave che sceglierà il successore di Benedetto XVI. Centoventicinque al momento gli elettori. L’Italia vanta la maggioranza relativa: nella Cappella Sistina schiererebbe trenta porporati.

Giovanni Panettiere

Articolo pubblicato sul Qn del 7 gennaio 2012