Un cardinale francese sfida i lefebvriani

È ARRIVATO il momento in cui il papa <non può accettare che non solo si rigetti il Concilio, ma che si manifesti il rifiuto all’insegnamento dei pontefici successivi. Da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, così come il Catechismo della Chiesa e il Codice di diritto canonico>. Non usa mezzi termini il cardinale francese Jean-Pierre Ricard, […]

È ARRIVATO il momento in cui il papa <non può accettare che non solo si rigetti il Concilio, ma che si manifesti il rifiuto all’insegnamento dei pontefici successivi. Da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, così come il Catechismo della Chiesa e il Codice di diritto canonico>. Non usa mezzi termini il cardinale francese Jean-Pierre Ricard, 72 anni, arcivescovo di Bordeaux, nel mettere nero su bianco la crisi delle trattative tra Santa Sede e lefebvriani.

Dal 2002 l’ex presidente dei vescovi d’Oltralpe è membro della pontificia commissione Ecclesia Dei, istituita nel 1988 da Giovanni Paolo II, con lo scopo di negoziare il rientro nella Chiesa dei tradizionalisti. In questa veste Ricard, pur sostenendo la volontà di riconciliazione prima di Wojtyla, poi di Benedetto XVI, si è sempre distinto per un approccio realistico alla questione. Senza cedere a facili irenismi o a deroghe sull’osservanza del Vaticano II, la cui ricezione rappresenta il nervo scoperto del confronto tra Roma e la fraternità di San Pio X. Di Ricard fecero discutere le malcelate perplessità sulla liberalizzazione della messa tridentina (2007) e, due anni più tardi, sulla remissione della scomunica ai quattro vescovi tradizionalisti (<E’ l’inizio di un cammino, non la fine>).

Ora, dopo che il superiore dei lefebvriani, monsignor Bernard Fellay, ha deciso di sposare la linea dei falchi della Fraternità  – quella, per intenderci, del vescovo negazionista, Richard Williamson -, chiarendo che <non firmeremo l’accordo con il Vaticano>, Ricard lascia intravedere quale potrebbe essere la reazione ufficiale della Santa sede. <Roma – anticipa il cardinale – dirà loro: la porta resta sempre aperta, ma questa volta dovete essere voi a fare un passo avanti, bisogna che siate voi a prendere contatto>. Ovvero, basta concessioni, quanto doveva fare la Chiesa l’ha già fatto. E’ giunto il tempo di incassare.

In effetti, negli ultimi anni, Ratzinger si è speso molto per recuperare l’unità con i lefebvriani. Prima i tradizionalisti hanno chiesto il ritorno della messa tridentina e il papa li ha soddisfatti,  poi hanno portato a casa la revoca della scomunica. Adesso la Fraternità alza il tiro, invocando l’archiviazione del Vaticano II, reo di aver intaccato la Tradizione della Chiesa su diversi punti. Libertà religiosa, in testa. Vedremo, se il papà vorrà accontentarli ancora una volta, oppure ascolterà Ricard. Andare avanti nella trattativa come se nulla fosse non sarà possibile.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Giovanni Panettiere