Sul lavoro la Cei fa marcia indietro, i paolini tirano dritto

SE la Cei fa retromarcia sulla riforma del lavoro, Famiglia Cristiana parte a testa bassa contro il governo. Accusato di essere forte sull’articolo 18 e debole con banche e tassisti. A quarantott’ore dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, che ha rivisto al ribasso le critiche all’esecutivo del ministro del Welfare Cei, Giancarlo Bregantini, scende in campo il […]

SE la Cei fa retromarcia sulla riforma del lavoro, Famiglia Cristiana parte a testa bassa contro il governo. Accusato di essere forte sull’articolo 18 e debole con banche e tassisti. A quarantott’ore dalla prolusione del cardinale Angelo Bagnasco, che ha rivisto al ribasso le critiche all’esecutivo del ministro del Welfare Cei, Giancarlo Bregantini, scende in campo il settimanale dei paolini per dar voce al disagio di molti cattolici davanti ai nuovi scenari del pianeta occupazione.

<La modifica all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è certamente la questione più controversa del disegno di legge sul lavoro presentato dal governo – si legge nella versione online di Famiglia Cristiana -. A fronte di numerose innovazioni a favore dei precari (estensione degli ammortizzatori sociali, stop alle false partite Iva, incremento delle aliquote contributive, contrasto delle dimissioni in bianco, estensione dell’indennità di disoccupazione…), il premier Monti  si è irrigidito sui licenziamenti economici individuali>. E ciononostante la disponibilità dei sindacati, persino  della Cgil, a sposare il modello tedesco, con il doppio binario, indennità-reintegro, a discrezione del giudice.

Una fermezza, quella del Professore, non dimostrata a suo tempo nei confronti di tassisti e banche, come gli rimprovera Famiglia Cristiana. Basti pensare agli istituti di credito che hanno ottenuto <di far cancellare la norma che prevedeva i conti correnti gratuiti per i pensionati>. A conti fatti – è il ragionamento dei paolini – se la riforma dovesse passare senza modifiche in Aula, chiunque in un’azienda fosse ritenuto <non compatibile con una riorganizzazione del lavoro o con mansioni giudicate inadatte, può essere mandato via dalla sera alla mattina. Senza nemmeno la possibilità di reintegro da parte di un giudice>.

E pensare che Bagnasco, proprio in apertura del consiglio permanente della Cei, aveva ricordato che non tutte le ristrutturazioni aziendali <vanno guardate con sospetto>. Punti di vista diversi, certo, anche se quello della riorganizzazione del lavoro non è l’unica ‘eresia’ dei paolini rispetto alla linea promossa dall’episcopato. Nel pezzo di Famiglia cristiana, infatti, non manca lo spazio per una ripresa del pensiero di monsignor Bregantini, con il suo monito di ‘lotta’ (<I lavoratori non sono una merce>), indigesto a Bagnasco e, stando a voci romane, al segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Come se quanto è stato espunto dalla Cei o ridotto a una notizia breve da Avvenire tornasse alla carica sul settimanale più popolare d’Italia. Non male per una rivincita.

Giovanni Panettiere

 

 

 

 

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