Sospeso il vescovo ‘spendaccione’

PRIMA di licenziarlo vuole conoscere l’esito della commissione d’indagine. Per il momento papa Francesco ieri si è limitato ad allontanare dalla diocesi tedesca di Limburg – 690mila battezzati e suffraganea di Colonia – il discusso vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst, classe 1959, da settimane al centro di un vespaio di polemiche per le spese di costruzione […]

PRIMA di licenziarlo vuole conoscere l’esito della commissione d’indagine. Per il momento papa Francesco ieri si è limitato ad allontanare dalla diocesi tedesca di Limburg – 690mila battezzati e suffraganea di Colonia – il discusso vescovo Franz-Peter Tebartz-van Elst, classe 1959, da settimane al centro di un vespaio di polemiche per le spese di costruzione del nuovo palazzo episcopale. Trentuno milioni tondi, tondi dai 5 preventivati all’inizio dei lavori per quello che, più che un episcopio, ricorderebbe una reggia, con tanto di cappella privata, giardino, cantina per le reliquie e una vasca da bagno, per giunta doppia, che da sola costerebbe 15mila euro.

IL PROVVEDIMENTO di Bergoglio arriva il giorno dopo il faccia a faccia in Vaticano con il presule teutonico. <Francesco è stato molto incoraggiante>, aveva confidato, una volta congedatosi, Tebartz-van Elst che la sera precedente all’udienza aveva ricevuto la visita al convitto di Santa Maria dell’Anima del connazionale monsignor Georg Ganswein,  prefetto della Casa pontificia e storico segretario di Benedetto XVI. Il vescovo di Limburg sapeva di aver scampato il licenziamento in tronco, anche se il suo futuro in diocesi è tutt’altro che scontato. Qualche giorno prima di parlare con Tebartz-van Elst il papa si era incontrato con il presidente uscente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch, che l’aveva ragguagliato sui lavori della commissione da lui istituita per chiarire i costi, il finanziamento e il processo decisionale relativo al progetto di costruzione dell’episcopio. Ed è proprio alla luce del’indagine ancora in corso che Bergoglio, piuttosto allergico a un esercizio del ministero petrino nella forma della sovranità, ha deciso di sospendere nei fatti Tebartz-van Elst, manifestando così un notevole rispetto per l’operato dei commissari istituiti dalla Chiesa locale e garantendo allo stesso tempo il diritto di difesa al presule finito nell’occhio del ciclone.

<IL SANTO PADRE – chiarisce una nota diffusa ieri dalla Sala stampa vaticana – è stato continuamente informato, ampiamente e obiettivamente sulla situazione nella Diocesi di Limburg. Nella Diocesi si è venuta a creare una situazione nella quale il Vescovo, S.E. Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst, nel momento

attuale non può esercitare il suo ministero episcopale>. Dopo la ‘visita fraterna’ a settembre del cardinale Giovanni Lajolo, disposta da Francesco, <la Conferenza Episcopale Tedesca, conformemente a un accordo fra il Vescovo e il Capitolo del Duomo di Limburg, ha costituito una Commissione per intraprendere un esame approfondito della questione della costruzione della Sede episcopale. In attesa dei risultati di tale esame e dei connessi accertamenti sulle responsabilità in merito, la Santa Sede ritiene opportuno autorizzare per S.Ecc.za Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst un periodo di permanenza fuori della Diocesi>. Nel frattempo toccherà a monsignor Wolfgang Roesch amministrare la diocesi in qualità di vicario generale. La sua nomina era stata annunciata dallo stesso vescovo di Limburg per il primo gennaio 2014, ma, stante gli eventi, è entrato in carica ventiquattro ore fa.

QUANTO durerà l’allontanamento di Tebartz-van Elst? Il vescovo rientrerà a pieno titolo in diocesi o sarà rimosso? Le domande si susseguono e le risposte dipendono tutte dall’esito dell’indagine della Conferenza episcopale tedesca. Salvo clamorose sorprese, per Tebartz-van Elst si preclude comunque qualsiasi possibilità di subentrare all’arcivescovo di Colonia, il potente cardinale Joachim Meisner, che a dicembre, quando spegnerà ottanta candeline, andrà in pensione dopo gli eccezionali cinque anni di proroga accordategli da Ratzinger. In questi mesi era circolato anche  il nome dell’ordinario di Limburg come possibile candidato alla successione: di stampo fortemente conservatore come Meisner, Tebartz-van Elst poteva essere la figura ideale per un passaggio di consegne all’insegna della continuità.

DIFFICILMENTE sarà così. Papa Francesco, che invita i vescovi alla sobrietà e a tenersi alla larga dalla mentalità tipica dei principi, è rimasto parecchio colpito dalla vicenda dell’episcopio extra lusso. Stando al domenicale Frankfurter Allgemeine Zeitung (Fas), il pontefice avrebbe sbuffato inorridito, ascoltando dalla viva voce di Zollitsh il racconto dello scandalo, che, non solo sta allontando centinaia di fedeli dalla diocesi, ma ha anche suscitato un’imbarazzante raccolta di firme a Limburg per chiedere la rimozione di Tebartz-van Elst.  Va detto che il portavoce del presule ha seccamente smentito l’indiscrezione di Fas. Quel che è certo, invece, è che, una decina di giorni fa, la giustizia tedesca ha chiesto il rinvio a giudizio del vescovo per falsa testimonianza: per l’accusa avrebbe mentito dicendo di aver volato in business, quando invece avrebbe avuto un upgrade in prima classe durante un viaggio, molto chiacchierato, organizzato sulla carta per un progetto di assistenza a bambini poveri in India. Tebartz-van Elst rischia una pena pecuniaria. Ma soprattuto che il suo futuro a Limburg possa essere condizionato anche da quanto decideranno i giudici.



Giovanni Panettiere

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