CHI HA UCCISO le donne vescovo? Chi ha affossato la riforma della Chiesa d’Inghilterra? I successori degli apostoli? I parroci? No Signore, i laici. Metà dei quali di sesso femminile. A decretarlo l’analisi del voto al Sinodo generale che una decina di giorni fa ha bocciato l’ordinazione episcopale in rosa. Servivano i due terzi dei suffragi in ciascuna delle tre camere dell’assemblea (vescovi, preti e laici). I bookmakers scommettevano su una vittoria al filo di lana dei progressisti. Si sbagliavano: 44 voti a favore e tre contrari fra i vescovi, 148 sì e 45 no nel clero, ‘solo’ 132 favorevoli  e 74 contrari tra i laici.

ORA si è venuto a sapere che nella terza camera metà dei no all’ordinazione episcopale femminile sono arrivati dalle rappresentanti del gentil sesso. Susie Leafe ha votato contro la riforma: <Questa non è una questione di sessismo – argomenta sulle pagine del britannico Guardian -. Piuttosto è un problema di convinzione teologica. La Sacra Scrittura è chiara, dice che uomini e donne sono uguali ma anche diversi. Ognuno deve stare al proprio posto>.

DI TUTT’ALTRO avviso il segretario generale del Sinodo, William Fittall, che è già al lavoro per ribaltare il responso del 20 novembre. Nel documento intitolato Women in the Episcopate-Where Next?  sottolinea: <Se la Chiesa d’Inghilterra non sarà in grado di risolvere la questione da sola in tempi rapidi, ci ritroveremo a fronteggiare una grave crisi costituzionale nei rapporti tra Stato e Chiesa, il cui esito è difficilmente prevedibile>. Quindi Fittall avanza una mediazione per far breccia tra i conservatori. Nello specifico, il segretario punta <alla revoca dell’attuale divieto di ordinare le donne, lasciando, però, a chi si oppone a tale sviluppo la possibilità di farlo per scelta e linea politica, piuttosto che per legge>. Tradotto, un frettoloso e maldestro tentativo di garantire l’obiezione di coscienza.

I LIBERAL sognano di poter tornare a discutere la questione, magari partendo dalla bozza Fittall,  già nel Sinodo generale di luglio, anche se, di regola, servirebbero tre-cinque anni per poter ripresentare una proposta cassata dall’assemblea generale. Dalla loro hanno il fatto che la riforma non è passata per un soffio. Vedremo se basterà. La volontà finale del fronte riformatore è quella di sottoporre al Parlamento di Sua Maestà la delibera favorevole all’ordinazione episcopale femminile entro e non oltre il 2015. Non si deve dimenticare che il diritto costituzionale britannico e gli stretti rapporti tra Stato e Canterbury conferiscono al Sinodo la possibilità di avanzare e approvare proposte di legge inerenti la Chiesa di Inghilterra, ma la parola finale resta al Parlamento.

INSOMMA, la corsa contro il tempo è appena iniziata. C’è da chiedersi se la fretta sia la migliore consigliera dei progressisti. Verissimo che la riforma, cifre alla mano, è a un tiro di schioppo, ma è altrettanto vero che, se Eva si oppone alle donne vescovo, la strada del cambiamento si fa lunga e dall’ incerto destino. Con il rischio che i riformatori perdano non più la battaglia, ma la guerra.

Giovanni Panettiere

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È USCITO il primo libro  di. Giovanni Panettiere, Non solo  vescovi, Gabrielli editore, 2012: