Priebke? Faccia a faccia con Dio

<PER NOI, al di là di questa vita, chi ha compiuto il male è perduto. Ma non possiamo sapere che cosa ne sarà per Dio>. Ho sempre trovato suggestivo questo pensiero di un teologo eterodosso, mai banale, quale è Giovanni Franzoni. Forse perché fatico ancora a digerire del tutto la dottrina cattolica sulla dannazione eterna. […]

<PER NOI, al di là di questa vita, chi ha compiuto il male è perduto. Ma non possiamo sapere che cosa ne sarà per Dio>. Ho sempre trovato suggestivo questo pensiero di un teologo eterodosso, mai banale, quale è Giovanni Franzoni. Forse perché fatico ancora a digerire del tutto la dottrina cattolica sulla dannazione eterna. Nonostante gli sforzi e i primi capelli bianchi, continua a suonarmi in disaccordo con l’adagio ben più rassicurante di Paolo da Tarso: <Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi> (1 Tm 2,4). I dubbi non mancano, sarebbe troppo facile: e se quell’uomo si chiamasse Erich Priebke?

ALL’INFERNO preferisco la misericordia infinita e incomprensibile del Padre. Le anime sono nelle sue mani, anche quella di un boia impenitente come l’ex capitano delle Ss che alle Fosse Ardeatine strappò il futuro a 335 innocenti. Poco importa che Priebke rispondesse a degli ordini: fino alla fine del suo lunghissimo secolo di vita non ha avuto il benché minimo rimorso per le vittime. Rimetterne il destino alla giustizia di Dio è così l’unica via d’uscita, che conosco, per non scadere nell’odio verso chi non merita neanche una messa da requiem.

IL CODICE di diritto canonico, ex canone 1184, numero 3, lo dice espressamente: salvo che non via stato pentimento, va negato il funerale religioso <ai peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli>. Per questo lasciano di stucco certe affermazioni, dal dna provocatorio, come quelle di Paolo Giachini, l’avvocato di Priebke, indignato per il rifiuto del vicariato di Roma ai funerali cattolici per l’ex ufficiale tedesco. <Da duemila anni – ha dichiarato il legale all’agenzie di stampa – non è mai stato cacciato nessuno da una chiesa e non mi risulta che si possa fare neppure legalmente>.

TANTO per rinfrescare la memoria collettiva, nel 2006 la salma di Piergiorgio Welby rimase fuori dai portoni delle chiese capitoline. Stesso destino di Priebke. Con un’unica, immane eccezione: l’ex Ss ha avuto sulla coscienza 335 vite diverse dalla sua, Welby nessuna. Stavolta il vicariato di Roma ha evitato passi falsi. Per certi criminali basta la benedizione della salma. Discreta, informale, lontano dalle telecamere. E’ il massimo che possiamo fare qui sulla terra. Dio può permettersi ben altro, noi siamo solo uomini.

Giovanni Panettiere

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